Mercoled 27 Febbraio si tenuto a Roma un convegno presso la Camera dei Deputati, in cui lAlleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha presentato lesito delle proprie analisi sulle coerenze della nuova legge di bilancio con i 17 obiettivi dellAgenda 2030 dellONU, alla presenza del Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, e del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Planet Life Economy Foundation era presente a quel convegno, anche perch partecipa sin dallinizio ai lavori dellAlleanza, costituitasi nel 2016, ed presente in diversi gruppi di lavoro sui singoli obiettivi.
Limportanza del tema della Sostenibilit per altro un tema di fortissima attualit presso tutti i pubblici e, per quanto riguarda la popolazione italiana, oltre l80% della gente [1] si dichiara favorevole alle politiche che sostengono uno Sviluppo Sostenibile. Questa ricerca dimostra che gli sforzi operati dalla nostra Fondazione dal 2003 e nei sedici anni della sua attivit, hanno lasciato un segno davvero sostanziale alla conoscenza e allevoluzione culturale di questo tema, soprattutto per quanto riguarda le strategie evolutive delle Imprese e dei territori, le relative politiche industriali e le implicazioni sui mercati e sugli stili di consumo.
Infatti, anche il Presidente Roberto Fico nella sua prolusione iniziale ha sostanzialmente condiviso le tesi di base dello Sviluppo Sostenibile con particolar riferimento alle problematiche relative alle catastrofi collegate ai cambiamenti climatici, alle disuguaglianze sociali, ai flussi immigratori, alle riconversioni industriali delleconomia circolare e ai nuovi indicatori di benessere BES (Benessere Equo Sostenibile).
Il Presidente dellASviS Pierluigi Stefanini ha invece focalizzato il suo intervento sulla necessit di un maggiore ruolo dello Stato e coinvolgimento della Pubblica Amministrazione sul tema, al fine di creare valore durevole.
Per quanto riguarda le coerenze della nuova legge di bilancio con i 17 obiettivi ONU, il Prof. Enrico Giovannini portavoce dellAlleanza ha sottolineato che si sarebbe potuto fare di pi per essere aderenti alla visione integrata dello Sviluppo Sostenibile cos come auspicato dallAlleanza, soprattutto sui temi delloccupazione, dellinnovazione e dellambiente.
Lanalisi (scaricabile qui) stata realizzata dai partecipanti ai gruppi di lavoro dellASviS a loro volta rappresentanti di oltre 200 organizzazioni aderenti allAlleanza tra cui, appunto, PLEF. Emergerebbe anche che siamo in ritardo sui tempi previsti per una riconversione complessiva dellEconomia e della Societ Civile ai temi dello Sviluppo Sostenibile traguardando questo cambiamento complessivo al 2030 come auspicato, appunto, dallONU.
Con riferimento agli indicatori ASviS elaborati sulla base degli ultimi dati ISTAT, lItalia mostra segni di miglioramento su 11 delle 17 aree di osservazione: Povert, Salute, Uguaglianza di genere, Condizione economica e occupazione, Innovazione, Disuguaglianze, Condizioni delle citt, modelli sostenibili di produzione e di consumo, Qualit della Governance, Pace, Giustizia, e Istituzioni solide, Cooperazione internazionale. Per 4 aree invece si verificherebbe un peggioramento: Alimentazione e agricoltura sostenibile, Acqua e strutture igienico-sanitarie, Sistema energetico, Condizioni degli ecosistemi terrestri. Infine, per 2 obiettivi la situazione apparirebbe stabile: Educazione e Lotta al cambiamento climatico.
Il Presidente del Consiglio - Giuseppe Conte - ha tenuto unampia relazione di commento complessivo sostenendo da una parte la correttezza di una sempre maggiore sensibilit non solo della Societ ma anche della Pubblica Amministrazione al tema complessivo dello Sviluppo Sostenibile, dallaltra ha contestato il fatto che esista una bassa sensibilit del Governo sui temi dellEconomia Circolare, dato che lui stesso la sostiene ogniqualvolta se ne parli anche a livello internazionale.
Ha anche affermato che il Governo si stia impegnando ben oltre gli obiettivi dellAlleanza con particolare riferimento allintroduzione degli indici BES allargati anche ai territori, alla qualit dellalimentazione, a una qualit pi complessiva della crescita.
Infine, altrettanto interessante stata la testimonianza del Presidente dellEnel e membro della Multistakeholder Platform della Commissione Europea sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile Francesco Starace che ha affermato che lEuropa vuole che gli obiettivi siano soprattutto locali (realizzati cio dalle Regioni e dalle Citt), in qualche modo affinando limpostazione pi Centralista dellAlleanza e confermando quella decentralista del Governo sugli indici di benessere territoriali. Sul piano della gestione dimpresa si conferma come Enel si stia impegnando soprattutto nel perseguimento di 4 obiettivi centrali dellAgenda collegati allIstruzione, Cambiamento climatico, Occupazione, Energia Pulita e disponibile.
Molti altri interventi sono poi seguiti nella tavola rotonda in cui hanno preso parte i rappresentanti dei diversi partiti e movimenti politici, tutti favorevoli a uno Sviluppo Sostenibile generalizzato anche se con sfumature diverse.
Insomma, il convegno dimostra che esiste una forte e crescente sensibilit a questo tema, che tutte le forze politiche e sociali del paese si stanno diversamente impegnando e che la semina effettuata dalla Nostra Fondazione in oltre 16 anni di attivit su questo argomento stia registrando concreti risultati, cos confermando la giustezza della Visione anticipatoria allevoluzione delleconomia e della societ civile che ha motivato la sua fondazione nel 2003.
Certo, c ancora molto da fare, soprattutto se si considera che la massima espressione dello Sviluppo Sostenibile quella pi coerente ai veri Principi Naturali che hanno plasmato la nostra evoluzione nel tempo, ma anche altrettanto certo che questa sensibilit stia progressivamente aumentando e incidendo concretamente nelle politiche di sviluppo delle nazioni, Italia compresa, come si potuto constatare in questo convegno: la mobilitazione dei giovanissimi sotto la spinta di Greta Thunberg, lo sciopero mondiale per il clima proclamato per il 15 marzo, le manifestazioni in diverse citt del mondo rappresentano il segno di una spinta dal basso che non pi soltanto un invito ai politici perch prestino attenzione alle sfide che minacciano il Pianeta, ma una richiesta urgente di cambiare fin da subito le priorit delle scelte pubbliche.
Paolo Ricotti
Fondatore di Planet Life Economy Foundation
[1] Ricerca della Fondazione Unipolis Gennaio 2019
-------------------------
Per leggere la sintesi approfondita dell'incontro, pubblicata sul sito ASviS, clicca qui.
Confindustria, Confartigianato Imprese, CNA, Casartigiani, CLAAI, Confcommercio, Confesercenti, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop e ConfApi hanno sottoscritto la "Carta per la sostenibilit e la competitivit delle imprese nell'economia circolare" (link). Per affrontare le nuove sfide ambientali e cogliere le opportunit offerte dalla digitalizzazione dei processi produttivi e di consumo, necessario un cambio di approccio da parte di tutti gli stakeholders e il coinvolgimento del sistema economico nel suo complesso.
Il documento individua 10 linee di intervento e punti programmatici che, attraverso un percorso di impegni concreti, sar la base per l'avvio di un confronto con gli interlocutori istituzionali. I 10 punti affrontano aspetti di carattere regolatorio, normativo, economico e tecnologico, dall'abbattimento delle barriere burocratiche, alla necessit di favorire investimenti in ricerca e innovazione, fino ad arrivare ad una capacit impiantistica virtuosa. La carta per l'economia circolare un primo impegno condiviso per lo sviluppo e la competitivit delle imprese italiane in tema di economia circolare.
La Relazione sugli indicatori di benessere equo e sostenibile 2020 inviata al Parlamento marted 18 febbraio dal ministero dellEconomia e delle finanze (Mef) rappresenta un salto di qualit per levidente impegno di approfondimento degli effetti sul benessere collettivo delle pi importanti norme varate in questi mesi.
Lanno scorso la proiezione era limitata a quattro indicatori, mentre questanno si aggiunta la speranza di vita in buona salute. Anche se per la proiezione degli altri sette indicatori del Bes (benessere equo sostenibile) i lavori sono ancora in corso, lanalisi comunque pi approfondita rispetto alla precedente.
Leggi il comunicato del Mef.
Leggi la relazione.
Il divario fra la concentrazione della ricchezza di pochi e la povert diffusa di molti, aumenta e rischia di diventare strutturale: questo l'allarme lanciato dall'ultimo rapporto OXFAM, "Bene pubblico o ricchezza privata?", presentato in questi giorni a Davos. E a contribuire in maniera negativa ci pensano i sistemi fiscali, nei Paesi in via di sviluppo cos come nelle economie pi avanzate, con le grandi aziende che eludono il fisco e spostano capitali, con meccanismi sempre meno basati sulla progressivit (chi pi ha, pi deve contribuire), sempre pi concentrati su redditi e consumi e meno sui patrimoni. A livello globale negli ultimi anni la povert diminuita, tuttavia il ritmo con cui le persone si riscattano dall'indigenza inferiore al 40% rispetto allo scorso anno.
Secondo il rapporto la ricchezza dei 1.900 miliardari della lista Forbes del 2017 cresciuta di oltre 900 miliardi di dollari (+1,2%). Al contrario la ricchezza netta della popolazione pi povera del mondo (3,8 miliardi di persone) diminuita dell'11%, tanto che oggi sono solo 26 i multimiliardari che posseggono la ricchezza della met pi povera del globo. La situazione italiana ricalca questa tendenza: a met 2018 il 20% dei pi facoltosi possedeva circa il 72% dell'intera ricchezza nazionale e il 5% addirittura aveva tra le mani la stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% pi povero.
Secondo il Rapporto Oxfam esiste poi una forte correlazione tra diseguaglianza economica e di genere. A livello globale gli uomini possiedono oggi il 50% in pi della ricchezza netta delle donne e controllano oltre l86% delle aziende. Anche il divario retributivo di genere, pari al 23%, vede le donne in posizione arretrata. Un dato che per di pi non tiene conto del contributo gratuito delle donne al lavoro di cura. Per ridurre povert e disuguaglianze occorrono servizi pubblici e misure di protezione sociale adeguate: una recente ricerca condotta su 13 economie in via di sviluppo ha evidenziato come gli investimenti in sanit ed istruzione abbiano contribuito a ridurre del 69% il livello di diseguaglianza economica.
In estrema sintesi, Oxfam fa tre richieste ai governi, ricordando gli impegni presi con lAgenda 2030 delle Nazioni Unite:
Istruzione, sanit e un fisco che intervenga in modo progressivo sulla ricchezza: queste le proposte di Oxfam presentate a Davos.
Il 19 dicembre 2018 stato presentato a Roma il rapporto annuale LItalia del Riciclo 2018 promosso e realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da FISE UNICIRCULAR (Unione Imprese Economia Circolare). Il rapporto, giunto alla sua nona edizione, rappresenta un quadro complessivo aggiornato sul riciclo dei rifiuti nel nostro Paese, individuando le dinamiche europee e internazionali dei mercati dei materiali riciclati e le tendenze in atto, e ricostruendo unanalisi delle dimensioni e delle caratteristiche quali-quantitative della movimentazione dei rifiuti che interessa lItalia.
Per conoscere gli highlights sulle singole filiere del riciclo e per una sintesi dei principali interventi realizzati durante la presentazione del rapporto, rimandiamo all'articolo pubblicato da Andrea Gasperini, responsabile area Sostenibilit di Aiaf e socio PLEF, per l'Osservatorio ESG. Puoi leggere l'articolo, cliccando qui.
Sempre a dicembre e sempre sul tema dell'economia circolare, segnaliamo inoltre che, in seguito ai risultati della consultazione pubblica, il Ministero dell'Ambiente ha pubblicato la versione consolidata del documento Economia circolare ed uso efficiente delle risorse - indicatori per la misurazione delleconomia circolare, elaborato dal MATTM e dal MISE con lobiettivo di individuare adeguati indicatori per misurare e monitorare la circolarit delleconomia e luso efficiente delle risorse a livello macro, meso e micro.
La misurazione della circolarit costituisce infatti un requisito essenziale per il perseguimento di azioni concrete che siano maggiormente trasparenti per il mercato e per il consumatore. Il documento rappresenta pertanto un punto di partenza per arrivare, in futuro, allindividuazione delle migliori soluzioni perseguibili per il sistema Italia in termini di massimizzazione dei benefici economici e di salvaguardia delle risorse.
I dati recentemente pubblicati dallagenzia europea Copernicus e dal Rapporto Unep 2018 sui gas serra sono allarmanti: se le tendenze attuali proseguiranno, la temperatura globale aumenter di tre gradi entro la fine del secolo.
Negli ultimi cinque anni la temperatura media dellaria superficiale aumentata di 1,1C rispetto allera preindustriale e nel 2018 le emissioni di anidride carbonica nellatmosfera hanno battuto tutti i record precedenti. quanto affermano i dati raccolti da Copernicus, il programma di osservazione della Terra gestito dallUnione europea tramite il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine.
Secondo lo studio, il 2018 stato il quarto anno pi caldo della storia, registrando una temperatura annua di 14,7C: soltanto 0,2C in meno rispetto al 2016, ritenuto finora lanno pi caldo. A soffrire per laumento della temperatura sono state soprattutto le aree dellArtico, le regioni a nord dello Stretto di Bering e i mari intorno allarcipelago delle Svalbard, nel Mar Glaciale Artico. Ma anche Stati Uniti, Medio Oriente ed Europa hanno patito condizioni atmosferiche svantaggiose, registrando estati torride e secche, con precipitazioni particolarmente scarse, come per il nostro paese, che ha registrato lanno pi caldo dal 1800, con temperature ben al di sopra del record precedente del 2015.
Per quanto riguarda la concentrazione di anidride carbonica, le analisi satellitari di Copernicus sono confermate dallEmissions Gap Report 2018 elaborato dal Programma delle Nazioni Unite per lambiente (Unep): la CO2 presente nellaria aumentata di 2,5 parti per milione allanno, registrando, dopo tre anni di stagnazione, il nuovo record negativo di 53,5 Giga-tonnellate equivalenti di anidride carbonica. Per tenere laumento della temperatura globale al di sotto di 2C - si legge - bisognerebbe ridurre le emissioni di un ulteriore 25% rispetto a quanto gi previsto dai Nationally Determined Contributions (NDCs) degli Accordi di Parigi e del 55% per stare al di sotto di 1,5C.
Emerge pertanto linadeguatezza delle misure nazionali messe in campo fino ad oggi. Secondo gli autori del Rapporto, tuttavia, ancora possibile limitare i danni, ma solamente triplicando lintervento dei Paesi e mettendo in campo unadeguata politica fiscale che scoraggi luso dei combustibili fossili, tramite leliminazione dei sussidi e limplementazione della carbon tax, con buone probabilit di ridurre le emissioni tra il 10% e il 40% entro il 2030 (la nostra Fondazione in questi anni sta insistendo molto sulla centralit dell'aspetto fiscale sensibilizzando gli Amministratori attraverso lo studio sulla "riallocazione delle risorse" per una conversione dalla brown alla green economy, in grado anche di creare nuova occupazione).
Per gli autori del Rapporto, infine, la transizione alla low carbon economy sar agevolata se cinque condizioni saranno rispettate: le aziende private dovranno assumersi il rischio iniziale di investimento; il settore pubblico dovr sostenere il settore privato; le politiche green dovranno essere adottate in ogni settore delleconomia; linnovazione dovr essere lo stimolo per nuovi investimenti e la partecipazione alla transizione dovr avvenire dal basso verso lalto, tramite il coinvolgimento dei privati e dei cittadini.
Per scaricare il Rapporto dellUnep, clicca qui.
Via San Vittore, 7
20123 Milano (MI) Italy
Tel: 02-39564687
Email: info@plef.org
L'ASSOCIAZIONE PER LA SOSTENIBILITÀ D'IMPRESA PLEF ETS È PARTE DI: |
Contribuisci a sostenere le nostre iniziative.
SITI SATELLITE: |
Accademia della sostenibilità |
Green Retail Forum |