Riportiamo il link alla ricerca "Top 10 Consumer Global Trends 2020" di Euromonitor International. Il rapporto individua quali tendenze avranno il maggiore impatto, esplorando come il comportamento dei consumatori stia cambiando a livello globale.
Ognuna delle 10 tendenze segue lo stesso format:
Caratteristiche specifiche e come si manifesta la tendenza
Ambiente di business
Info su comportamento/motivazione
Case study su come rispondono le industrie
Opinione dell'esperto
Impatto a lungo termine
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Per chi invece volesse approfondire il tema della Sostenibilit nell'impresa, vi ricordiamo la recente ricerca del socio Astarea sviluppata in collaborazione con PLEF sulla popolazione italiana (campione di 3000 casi). La Sostenibilit stata analizzata sulla base di 25 specifiche pratiche di Sostenibilit che le Imprese possono mettere in atto, arrivando ad individuare 5 tipologie di consumatori in relazione a molteplici variabili: i comportamenti sostenibili nella vita quotidiana, la percezione della Sostenibilit, latteggiamento verso le attivit delle Imprese in tema di Sostenibilit, lacquisto dei prodotti sostenibili, alle diverse condizioni di prezzo.
Per vederne una presentazione sintetica e saperne di pi, clicca qui.
Si tenuta a Roma, il 6 dicembre, presso la Sala Nazionale Spazio Eventi, la presentazione della X edizione de LItalia del Riciclo 2019, il Rapporto annuale sul riciclo ed il recupero dei rifiuti, realizzato da FISE UNICIRCULAR e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. La decima edizione ha messo in luce i trend del settore nellultimo decennio ed ha evidenziato le principali difficolt affrontate dal comparto.
Nel corso del decennio 2006-2016, la gestione dei rifiuti in tutta Europa si orientata sempre pi verso il riciclo: la produzione complessiva di rifiuti rimasta pressoch stabile a 2,5 Mldt, mentre cresciuto il recupero di materia (+7%). Nello stesso arco temporale in Italia i rifiuti totali prodotti sono aumentati del 6% e il riciclo cresciuto con un +42% .
Molte filiere hanno avuto delle buone performance, con dati positivi sia a livello europeo che italiano. I rifiuti di imballaggio, per esempio, hanno visto crescere del 27% lavvio al riciclo dellUE28: nello stesso periodo, in Italia si passati da 6,7 a 8,5 Mt, con uguale incremento percentuale registrato in Europa. Il tasso di riciclo rispetto allimmesso al consumo passato nellUE28 dal 57 al 67%, mentre in Italia cresciuto da 55 a 67%, perfettamente in linea col dato europeo e con i nuovi obiettivi europei del 65% al 2025 e del 70% al 2030.
Rispetto alle principali economie europee (Germania, Francia, Spagna e Regno Unito) lItalia al terzo posto dopo Germania (71%) e Spagna (70%). Anche le singole filiere dei rifiuti di imballaggio mostrano buoni risultati nel periodo analizzato con peculiarit specifiche per ogni settore, come specificato nel rapporto.
Gioved 21 Novembre, presso la Camera di Commercio di Milano Monza Brianza e Lodi, a Palazzo Turati, stato presentato il 2 quaderno di ricerca dell'Osservatorio Entrepreneurship & Finance della School of Management del Politecnico di Milano sulla finanza alternativa per le PMI in Italia.
Cosa emerso in sintesi?
Nel report sono stati analizzati sei ambiti specifici:
Nell'ultimo anno le risorse che la finanza alternativa al credito bancario ha veicolato verso le PMI sono state pari a circa 3 miliardi di euro, contro i 2,3 miliardi del periodo precedente. Il private equity e il venture capital continuano a svolgere un ruolo prioritario nellindustria, insieme all'invoice trading e alla raccolta dei minibond; tuttavia mentre per i primi si registrato un sostanziale aumento, la raccolta per i minibond si contratta, anche se potrebbe essere rilanciata in futuro dai "basket bond". Il crowdfunding ha mantenuto buoni tassi di crescita, pur rimanendo ancora comparativamente piccolo. Infine lofferta di token digitali, spinta dalla tecnologia blockchain, rimane in attesa di una regolamentazione.
Lindagine annuale del Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), che misura la facilit di accesso al capitale per le PMI nellUnione Europea, vede lItalia scendere nel 2018 dal 17 al 19 posto. Secondo la Banca Centrale Europea, in Italia la percentuale di PMI potenzialmente vulnerabili in termini finanziari superiore al 7%, mentre la media continentale si attesta sul 3%. Inoltre, le PMI italiane sono diventate pi pessimiste rispetto allaccesso al credito bancario: solo il 12% dichiara una maggiore disponibilit delle banche rispetto allanno precedente (erano il 17%). Le incertezze politiche sembrano influire anche sul costo del capitale: il 27% riporta un peggioramento del tasso di interesse pagato, mentre nel periodo precedente erano la met.
I minibond Le PMI italiane emittenti di minibond fino al 30 giugno 2019 sono state 279; il controvalore collocato nei 12 mesi coperti dalla ricerca stato di 756 milioni di euro, in contrazione rispetto agli 1,13 miliardi dellanno precedente. Si tratta di un mercato importante che continuer a crescere nel medio termine, soprattutto grazie alle operazioni di sistema dei basket bond.
Il crowdfunding Lequity crowdfunding ha visto un ottimo tasso di crescita negli ultimi mesi, anche grazie allestensione a tutte le PMI di questa opportunit, inizialmente riservata a startup e PMI innovative. Sono 369 le aziende italiane che fino al 30 giugno 2019 hanno provato a raccogliere capitale di rischio sulle piattaforme Internet autorizzate, assicurandosi attraverso 261 campagne chiuse con successo un funding pari a 82,27 milioni di euro. Si tratta principalmente di piccole startup, ma si ci attende un buon tasso di crescita con le operazioni in ambito real estate. Nei 12 mesi analizzati la raccolta stata pari a 49 milioni di euro, pi del doppio del periodo precedente.
Le piattaforme di lending hanno erogato a titolo di prestito 156,3 milioni di euro fino al 30 giugno 2019, supportando circa 350 PMI italiane. Anche questo mercato destinato a crescere, grazie allafflusso di capitali annunciato da investitori professionali che si affiancheranno ai piccoli risparmiatori di Internet e allapertura di nuovi portali. La raccolta nellanno in esame stata di 84,2 milioni di euro, in aumento dell88% su quello precedente. Completa il quadro il reward-based crowdfunding, campagne di piccolo importo (soprattutto su portali USA) che imprese italiane hanno condotto offrendo in cambio prodotti e ricompense non monetarie: la raccolta effettuata ogni anno stimata in 1,5 milioni di euro, dato piuttosto stabile e senza molte prospettive di crescita.
Invoice trading Le piattaforme di invoice trading italiane hanno mobilitato fino al 30 giugno 2019 pi di 1,5 miliardi di euro, di cui 939,3 milioni nei 12 mesi considerati (+91% rispetto allanno prima). Tuttavia il ciclo di investimento in questo ambito molto pi corto, trattandosi della cessione a investitori professionali di fatture commerciali a scadenza mediamente 3-4 mesi, spesso utilizzate come sottostante per operazioni di cartolarizzazione. Molte delle risorse conteggiate sono quindi state reinvestite pi volte nellarco del periodo, e le stesse imprese hanno ceduto pi fatture nel tempo. Si tratta dello strumento relativamente pi utilizzato fra tutti quelli considerati e le prospettive per il futuro sono positive; si tratta di uno dei comparti che sta crescendo di pi e lunico preso in esame dove lItalia regge il confronto in Europa.
Direct lending Si tratta del segmento meno sviluppato al momento, perch ha toccato solo marginalmente le PMI, e in cui pi difficile raccogliere informazioni, non pubblicamente disponibili. Ad oggi sono poche le piccole e medie imprese italiane che hanno ottenuto un prestito diretto da fondi specializzati, per un importo intorno a 30 milioni di euro, di cui 8 nel periodo preso in esame. Vi per spazio per una crescita futura, poich sono stati annunciati diversi fondi di investimento dedicati.
ICO Attraverso le Initial Coin Offerings (ICO) possibile raccogliere capitale su Internet offrendo in sottoscrizione token digitali e disintermediando completamente piattaforme terze e circuiti di pagamento tradizionali. Grazie alla tecnologia blockchain, i token consentono ai sottoscrittori di accedere a prodotti e servizi, a volte di partecipare attivamente al progetto imprenditoriale; sono spesso scambiati su piattaforme specializzate e questo rende labile il confine fra le ICO e la sottoscrizione di investimenti finanziari. La novit del 2019 la consultazione avviata da Consob per studiare una possibile definizione e regolamentazione del collocamento di cripto-attivit. Rispetto alla stima dellanno scorso (80 milioni di euro raccolti), questo segmento ha raccolto nei 12 mesi esaminati solo 5 milioni di euro. Il flusso di offerte a livello mondiale stato infatti decisamente condizionato dalla volatilit dei prezzi delle criptovalute e dagli interventi delle autorit di mercato, soprattutto negli USA.
Private equity e venture capital Completano il quadro gli investimenti effettuati da soggetti professionali nel campo del private equity e del venture capital, i quali sottoscrivono capitale di rischio di imprese non quotate con lambizione di contribuire attivamente alla loro crescita per poi ottenere una plusvalenza al momento dellexit. Questi investitori negoziano contratti e patti complessi con gli imprenditori, cosa che non accade ad esempio nellequity crowdfunding, dove il potere contrattuale dei sottoscrittori molto basso.
Bench attivo da tempo, il mercato italiano del private equity e del venture capital ancora sotto-dimensionato rispetto alla situazione di Regno Unito, Germania, Francia. Secondo le statistiche pubblicate dallassociazione di riferimento AIFI: prendendo in esame solo le operazioni di early stage ed expansion (dove tipicamente linvestimento viene effettuato con un aumento di capitale e con lapporto quindi di nuove risorse) e ipotizzando, cosa non scontata, che tutte le operazioni nei due sotto-comparti riguardino PMI, da luglio 2018 a giugno 2019 si avuto un flusso di 331 milioni di euro per learly stage (su 164 deal) e di 857 milioni per lexpansion (per 47 aziende), per un totale di 1,19 miliardi.
Il commento Il mercato della finanza alternativa, o per meglio dire complementare, al credito bancario per le PMI continua a crescere in Italia, come nel resto dEuropa: nuovi attori si affacciano sulla scena e c attenzione anche dal mondo della politica, interessata a far affluire risorse verso leconomia reale, ha commentato Giancarlo Giudici, direttore della ricerca. Ci ha facilitato laccesso al capitale e ha consentito a tante piccole e medie imprese italiane di incrementare la propria competitivit e di ottenere vantaggi in termini di accresciute competenze manageriali, visibilit sul mercato, opportunit di investimento.
Un trend che ci pare interessante ha proseguito la sempre maggiore integrazione fra i diversi segmenti della finanza alternativa. I player specializzati in singole filiere, ora anche in risposta a evoluzioni graduali della normativa, che mirano a incrementare la competitivit dellecosistema con nuovi canali di finanziamento si propongono come attori globali, con soluzioni diversificate e mirate: piattaforme di equity crowdfunding collocano minibond, portali di invoice trading fanno anche operazioni di lending, business angel sono attivi nellequity crowdfunding. Accanto al modello della banca universale sta dunque emergendo un ecosistema a rete che ambisce a diventare partner delle imprese in tutto larco della loro vita.
Nel giorno in cui l'Italia scende al 26 posto nella classifica delle performance nella lotta ai cambiamenti climatici stilata dal rapporto CCPI 2020, la Camera ha approvato il decreto Clima in via definitiva con 261 s, 178 no e 5 astenuti.
Lopinione condivisa da chi si occupa di sviluppo sostenibile che il decreto Clima rappresenti il primo piccolo passo di un percorso che richiede maggiore spinta propulsiva, se si vuole affrontare con efficacia l'urgenza a cui siamo chiamati a rispondere. Nel corso dei mesi, infatti, il provvedimento ha perso incisivit, a partire dallatteso taglio dei sussidi ambientalmente dannosi (19,3 miliardi di euro allanno), rimasto chiuso nel cassetto. Numerose le misure positive, ma tutte di portata limitata: 255 milioni di euro previsti in pi anni per incentivi sulla rottamazione dei veicoli, da spendere poi in abbonamenti per i mezzi pubblici, bici e mobilit condivisa; un fondo di 40 milioni di euro per la realizzazione di corsie preferenziali destinate al trasporto pubblico; 20 milioni di euro per sostenere forme di trasporto scolastico con mezzi ibridi o elettrici; 30 milioni di euro per la creazione di foreste urbane; 27 milioni di euro dedicati allinstallazione di eco-compattatori per bottiglie di plastica; 6 milioni di euro per lintroduzione dei caschi verdi per lambiente; 40 milioni di euro per incoraggiare la vendita di prodotti alimentari e detergenti sfusi o alla spina; la trasformazione del Cipe nel Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile Cipess. Il focus sulla lotta al riscaldamento globale invece affidato al Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualit dellaria, previsto allart. 1 e su cui si attende la definitiva approvazione.
Nulla in confronto a quanto messo in campo, ad esempio, dalla Germania: lintroduzione di una carbon tax, con 54 miliardi di euro in investimenti da qui al 2023 e il taglio delle emissioni di gas serra del 55% rispetto al 2030 (lobiettivo italiano fermo al 37% circa).
Ci si augura quindi che nuove misure si possano introdurre con altri provvedimenti, insieme allatteso avvio del taglio dei sussidi ambientalmente dannosi, primo vero passo per iniziare a correre. Su questo punto il Ministro Costa ha dichiarato: "Abbiamo pensato che pi ragionevole intervenire in una legge dedicata, che io immagino sia il collegato ambientale. Con l'intento di trasformare un SAD in un SAF (sussidio ambientalmente favorevole): la categoria non ci rimette, il saldo zero, la tutela ambientale maggiore".
E online ANSA2030, il primo portale dedicato allo sviluppo sostenibile e allAgenda 2030 dellONU (www.ansa.it/ansa2030/). LASviS ha contribuito alla sua ideazione e partecipa attivamente mettendo a disposizione informazioni e competenze.
Questo nuovo strumento dinformazione aiuter la societ italiana a comprendere i fatti che accadono oggi alla luce dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e leggere le interconnessioni tra fenomeni economici, sociali, ambientali e politici nellottica delle migliori scelte per il futuro, sottolinea il Portavoce dellAlleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) Enrico Giovannini. LANSA ha saputo cogliere per prima il segno dei tempi e noi di ASviS siamo orgogliosi di prendere parte a questo importate processo di cambiamento culturale, che contribuir a rendere le persone consapevoli della pi grande sfida dei nostri tempi.
Attraverso una sezione gestita dallASviS, nella home page di ANSA 2030, la redazione del sito dellAlleanza contribuir a fornire informazioni e approfondimenti sui temi pi significativi dellattualit sullo sviluppo sostenibile e fornir ogni settimana un aggiornamento sugli eventi pi rilevanti in agenda. Avr uno sguardo aperto su ci che accade a livello internazionale e sul ruolo della societ civile per mettere lItalia sul sentiero della sostenibilit.
Il 5 e 6 novembre si tenuto il consueto appuntamento con gli Stati Generali della Green Economy, promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy, in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente e con il patrocinio della Commissione Europea, e dedicati quest'anno al tema di un Green New Deal per l'Italia.
Grande attenzione stata riservata alla prossima legge Finanziaria, con i vari interventi mirati a sostenere e dare forza alla proposta di un Green New Deal per lItalia e lEuropa. Come ogni anno, i lavori si sono svolti in due giornate a Rimini, in occasione di Ecomondo, con due sessioni plenarie al mattino e le sessioni di approfondimento nel pomeriggio.
Cosa emerso in sintesi nella prima giornata?
La tradizionale apertura di Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile, con la Relazione sullo Stato della Green Economy, ha evidenziato fin da subito le criticit dello stato di salute dellItalia, in particolare soffermandosi su: lo stallo delle emissioni di gas serra (stabili da cinque anni), la ripresa della crescita dei consumi energetici, il forte rallentamento delle rinnovabili, cos come dell'eco-innovazione (in primis la digitalizzazione), la scarsa adozione di misure di adattamento al cambiamento climatico da parte delle citt, la permanenza di un elevato consumo di suolo (circa 14 ettari al giorno) e il numero di auto per abitanti pi alto dEuropa (644/1000, con una scarsa elettrificazione del parco veicoli - cfr. 10.000 in Italia contro le 68.000 tedesche). questa la fotografia che emerge, parallelamente ad una situazione internazionale non certo migliore, tanto che la relazione si chiude stimando - con questo passo - un aumento della temperatura terrestre intorno ai 3 e riportando il recente calcolo della Banca mondiale sul numero delle persone che in futuro potrebbero essere costrette a spostarsi per sfuggire ai cambiamenti climatici: pi di 143 milioni di persone!
Per dare una reale svolta storica con il Green New Deal, Ronchi ha sottolineato limportanza cruciale di definire obiettivi strategici, un dibattito partecipato e un programma decennale al 2030, necessario sia per affrontare la crisi climatica sia per rilanciare la green economy e farla diventare la forza trainante del rilancio del paese.
Non sufficiente quindi la Legge di Bilancio 2020, che pur contenendo alcune novit positive, non sorretta da una visione strategica di lungo termine. Gli 8 punti del piano decennale proposti dal Consiglio Nazionale della Green Economy sono:
Terminata la relazione di Ronchi, la parola passata al Governo; il ministro dellAmbiente, Sergio Costa, ha fatto il punto sulla nuova strategia di Governo per la realizzazione del Green New Deal, iniziando dalla Legge di Bilancio, dal decreto Clima, dalla norma sullend of waste e dal collegato ambientale - che sar presentato a gennaio come norma legata alla manovra - e terminando con l'annuncio di una riorganizzazione del Ministero: stata infatti istituita una direzione generale dedicata allEconomia circolare, che prevede due dipartimenti: il primo per la tutela dellambiente e al suo interno nascer una nuova direzione sul mare, oltre a quelle gi esistenti su natura, dissesto e acqua, il secondo dedicato alla transizione ecologica (crescita verde, economia circolare e sviluppo sostenibile).
Secondo i piani del Governo, il Green New Deal potrebbe portare nel nostro Paese 200 miliardi di nuovi investimenti e oltre 800mila posti di lavoro per raggiungere gli obiettivi dellAccordo di Parigi del 2015, riducendo le emissioni di gas serra a circa 260 milioni di tonnellate entro il 2030. Come ha sottolineato il sottosegretario allEconomia, Antonio Misiani, il Green New Deal prevederebbe un programma di investimenti pubblici di 54 miliardi di euro nei prossimi 15 anni, 32 dei quali assegnati alle amministrazioni territoriali, con risorse finalizzate allo sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale, al risparmio e allefficienza energetica, alla rigenerazione urbana, allefficientamento del patrimonio edilizio e al programma imprese 4.0. Insomma una vera e propria "svolta green" intorno alla quale, tuttavia, permangono ancora alcune perplessit.
Fermo restando che difficile tradurre in realt gli annunci sugli investimenti pubblici e che pertanto si dovr attendere il testo finale, risultata comunque interessante sia lentit economica degli interventi, sia il fatto che siano spalmati su un arco temporale lungo, superando le ottiche di breve termine con cui solitamente i provvedimenti di spesa sono adottati. Dove gli investimenti risulteranno insufficienti per trasformare il sistema produttivo del paese, sar necessario agevolare l'intervento del settore privato: a tal proposito sono apparsi positivi interventi come il sostegno alle Pmi per investimenti, anche in capitale umano, orientati alla digitalizzazione e alleconomia circolare, cos come la costituzione del Fondo per la crescita sostenibile per offrire garanzie su operazioni di privati orientate a investimenti per innovazione e sostenibilit.
Al contrario hanno fatto discutere le misure che prevedono nuove tasse (sulla plastica, sulle bevande gassate, ecc.) o la riduzione di sussidi dannosi per lambiente; la Legge 221 del 2015 prevedeva gi il graduale smantellamento di questi ultimi (circa 19 miliardi di euro allanno) verso sussidi a favore dello sviluppo sostenibile, tuttavia forti interventi "spot" di imposizione fiscale sembrano pi utili a "fare cassa" che strategici e non tengono conto della necessit che le misure siano ragionevoli e bilanciate, che assicurino una transizione in grado di rispettare i tempi necessari per riconvertire processi e assetti consolidati. Non ci rimane che aspettare il testo finale e il quadro complessivo della manovra, augurandoci che sia concepito rispettando da un lato i criteri di urgenza che la crisi climatica impone, e dall'altro una visione strategica di lungo periodo non solo sostenibile ma anche compatibile.
Per consultare tutti i documenti presentati: http://www.statigenerali.org/documenti/
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