I target sullefficienza energetica e le emissioni restano invariati, mentre si amplia il raggio dazione su rinnovabili e mobilit elettrica, con quattro milioni di auto in pi previste per il 2030. Queste alcune delle novit descritte dal Piano nazionale integrato per lenergia e clima (Pniec), pubblicato il 21 gennaio dal Ministero dello sviluppo economico, dopo essere stato inviato alla Commissione europea. Il documento, che stabilisce gli obiettivi nazionali al 2030 sullefficienza energetica, le fonti rinnovabili e la riduzione delle emissioni di CO2, riporta alcune modifiche rispetto alla bozza redatta a gennaio 2019, sia in chiave Green new deal, che alla luce del nuovo decreto-legge sul clima. Il testo, avverte Sergio Costa, ministro dellAmbiente e della tutela del territorio e del mare, in continua evoluzione.
Tra le evoluzioni del documento, la pi significativa linnalzamento al 30% della quota che le rinnovabili dovranno coprire (entro il 2030) nel consumo finale di energia primaria. Resta stazionario invece lobiettivo al 55% per le rinnovabili nel settore elettrico (oggi in Italia poco al di sotto del 40%), mentre aumenta di 0,9 punti percentuali (33,9%) limpiego delle rinnovabili nel settore termico, e di 0,4 punti quello nei trasporti (22%).
Le emissioni di gas serra dovranno calare del 43% afferma il Pniec. A livello europeo, questo stesso target fissato a una soglia riduzione del 40% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990). Il peso del taglio delle emissioni verr ripartito tra i settori compresi nel sistema di scambio di quote di emissioni Ue (Ets), come industrie energetiche o aviazione, e non Ets (agricoltura, trasporti, settore terziario, smaltimento dei rifiuti). Questi due settori dovranno registrare rispettivamente un taglio del 43% e 30% rispetto ai livelli del 2005. LEts resta dunque uno dei capisaldi della politica sostenibile Ue, strumento essenziale per ridurre in maniera economicamente efficiente le emissioni di gas a effetto serra. Tramite lEts, lUnione fissa infatti un tetto alla quantit totale di gas serra che possono essere emessi dagli impianti. Entro questo limite, le imprese ricevono o acquistano quote di emissioni che, se necessario, possono scambiare.
Laddio definitivo al carbone invece fissato al 2025, a condizione per che siano realizzati gli impianti sostitutivi e le necessarie infrastrutture, e una significativa accelerazione delle rinnovabili e dellefficienza energetica nei processi di lavorazione. Il compito difficile ma non impossibile: a oggi sono infatti in funzione otto centrali termoelettriche a carbone, responsabili della produzione del 5-6% dellelettricit consumata nel nostro Paese.
Le altre tematiche affrontate dal Pniec sono la sicurezza energetica, le connessioni tra settori di produzione, un mercato unico dellenergia e lo sviluppo della competitivit.
Come gi menzionato in precedenza, una grande spinta verr anche dal settore automobilistico. Nel 2030 la diffusione delle auto elettriche arriver a un totale di quattro milioni, incrementando progressivamente il numero delle immatricolazioni. Si tratta di un traguardo da raggiungere il prima possibile, specialmente sapendo che oggi, in Italia, sono presenti meno di 50mila veicoli elettrici. Al settore delle auto elettriche verranno aggiunte entro il 2030 due milioni di auto ibride plug-in che, se gli impegni verranno rispettati, faranno salire a sei milioni il totale di auto elettrificate nei prossimi anni.
Il Presidente del Consiglio Conte ha presieduto ieri, 20 gennaio, a Palazzo Chigi la prima riunione della Cabina di Regia Benessere Italia, con la partecipazione del rappresentante nominato a sovraintenderne i lavori, la prof.ssa Filomena Maggino, e dei rappresentanti delegati da ciascun Ministro.
La riunione stata occasione per definire le linee di azione della Cabina, che sar organo di supporto tecnico-scientifico al Presidente del Consiglio nellambito delle politiche del benessere e della valutazione della qualit della vita dei cittadini, coordinando e monitorando le attivit specifiche dei Ministeri, assistendo Regioni, Province autonome ed Enti locali nella promozione di buone pratiche ed elaborando specifiche metodologie per la rilevazione e la misurazione degli indicatori della qualit della vita.
Inoltre, la Cabina avr il compito di sostenere, potenziare e coordinare le politiche e le iniziative del Governo italiano per il Benessere Equo e Sostenibile (BES) e per la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, nellambito degli impegni sottoscritti dallItalia per lAgenda 2030 delle Nazioni Unite.
Il presidente PLEF, Emanuele Plata, stato invitato a partecipare; queste le sue considerazioni al termine dell'incontro:
"Settimana di DAVOS e ASSISI per le prime pagine dei giornali, ma anche della storica giornata in cui stata presentata a Roma, presso lo CNEL, la Cabina di regia "BENESSERE ITALIA" presso la presidenza del Consiglio e affidata a Filomena Maggino, donna, professoressa di statistica sociale e presidente dell'associazione Italiana per gli studi sulla Qualit della Vita - AIQUAV, che con le sue doti di equilibrio, pazienza, dolcezza, determinazione, intelligenza, tenacia e coraggio stata capace di aprire nuove frontiere come quella del BES complementare al PIL e della visione sistemica nelle politiche nazionali e locali. PLEF ci crede molto e non solo perch riconoscente della collaborazione resasi possibile, suo tramite, con AIQUAV e il gruppo di appassionati ricercatori che vi operano, ma perch nell'indipendenza e nell'onest intellettuale si possono affrontare con occhi nuovi i problemi e trarne delle opportunit.
Crediamo che il BES portato a livello comunale aiuti i cittadini e i loro rappresentanti amministrativi, cos come il BES portato nelle imprese consenta di rendicontare l'impresa con i suoi possibili impatti ambientali e sociali rispetto allo stato del territorio in cui operano. Crediamo che la visione sistemica vada sperimentata e insegnata al di sopra delle singole discipline e pertanto non vediamo l'ora di accreditarci sulla piattaforma della Cabina di regia e condividere tutte le operosit in cui ci mobilitiamo e che servono al confronto con le imprese come argomentato da Ernst&Young in un loro recente incontro sulla centralit del consumatore, o come stato insegnato nel quinto seminario dell'Accademia di sostenibilit d'impresa dai soci A. Spina e L. Guzzabocca sul tema dell'economia circolare e della supply chain sostenibile, o ancora come emerso dalla testimonianza dell'imprenditore Saleri invitato dal socio Vitale Novello Zane a raccontare la sua impresa d'innovazione partecipata. Tutte operosit che mi portano a concludere che chi si impegna per la sostenibilit un OTTIMISTA e non un profeta di sventure come qualcuno ha detto, povero lui!"
Con le nuove normative e l'aumento delle pressioni di consumatori e stakeholder, le imprese sono obbligate a far fronte ai costanti solleciti per mantenere il proprio impegno ad eliminare il monouso. Le imprese leader stanno gi procedendo con progetti volti a questo scopo. Da un uso innovativo dei materiali, allo spostamento di interi modelli di business nell'area della servitizzazione (vendita di prodotti in combinazione con servizi di recupero), queste tendenze dimostrano che c' un forte interesse nella lotta alla plastica monouso che passa dalla riconfigurazione degli attuali approcci sugli approvvigionamenti in unottica di economia circolare. Vediamo qualche esempio.
Imballaggi commestibili
Con oltre 480 miliardi di bottiglie di plastica monouso e 11 miliardi di bustine di plastica vendute in tutto il mondo ogni anno, l'industria alimentare e delle bevande probabilmente l'epicentro del problema globale delle materie plastiche. Tuttavia le aziende devono valutare numerosi effetti a catena prima di eliminare gradualmente la plastica, come ad esempio la produzione di rifiuti alimentari e il costo del loro imballaggio.
Un'innovazione che ha gi ottenuto il via-libera da diverse grandi aziende l'"Ooho", una bustina per bevande commestibile e compostabile, a base di alghe. Realizzata dalla societ di sviluppo imballaggi Skipping Rocks Lab e finanziata dall'iniziativa Sky Ocean Ventures, impiega circa sei settimane per decomporsi in discarica.
Imballaggi a base di carta
I materiali alternativi hanno un ruolo importante nella lotta contro la plastica monouso, tuttavia se per i metalli e il vetro rimangono ancora aperti i dibattiti sul trade-off della commutazione del carbonio, la carta gode di maggior favore - purch provenga da fonti sostenibili - e si sta cercando di migliorarne la durata.
Unilever ad esempio ha lanciato con il marchio Solero la sua prima gamma di ghiaccioli "senza plastica". L'innovativo packaging ha scomparti integrati che consentono di tenere separato ogni ghiacciolo senza bisogno dellinvolucro di plastica. Al fine di ridurre al minimo i danni e le perdite dell'imballaggio, la scatola di cartone esterna rivestita in PE (polietilene), accettato dalla maggior parte delle autorit locali. Esempi pi ambiziosi sono rappresentati dalle bottiglie di carta, con Coca-Cola, The Absolut Company e L'Oral che si sono unite a Carlsberg per ampliare soluzioni su carta per sostituire le bottiglie di plastica monouso.
Prodotti nudi
Alcuni imballaggi in plastica sono essenziali per evitare lo spreco alimentare, tuttavia per alcune tipologie di prodotto l'imballaggio un fattore principalmente estetico per scopi di marca o pubblicit. Di conseguenza alcune aziende stanno cercando di eliminare il pack. Ad es. il marchio di salute e bellezza Lush ha aperto il suo primo negozio privo di plastica nel Regno Unito, dopo il successo ottenuto in Germania e in Italia. I clienti sono incoraggiati a collocare i prodotti in sacchetti di carta realizzati con materiale riciclato al 100% o scatole di metallo riutilizzabili.
Ricariche e ritiri
Sempre pi aziende stanno ragionando in ottica di servizio, rafforzando le relazioni con il consumatore. Evian ad es. sta testando un elettrodomestico ricaricabile per l'acqua domestica. Il dispositivo costituito da un contenitore pieghevole a "bolla" da cinque litri, che ospita la ricarica del prodotto. Il contenitore realizzato al 100% in plastica riciclata e contiene il 66% in meno di plastica in peso rispetto ad una bottiglia Evian da 1,5 litri. Il rivenditore di articoli per la salute e la bellezza The Body Shop ha lanciato un piano di ritiro internazionale per i suoi imballaggi in plastica. Sta inoltre includendo pi contenuto riciclato nella confezione e offrendo il suo schema di recupero con TerraCycle - un sistema simile a quelli offerti da Garnier, L'Oreal e Colgate Palmolive.
Riciclaggio
Comprendendone l'opportunit di mercato, alcune aziende si sono prese la responsabilit di rimuovere la plastica dagli oceani. Limpresa di prodotti per la pulizia della casa SC Johnson ha sviluppato la prima bottiglia di plastica del settore interamente realizzata con plastica oceanica riciclata per il suo marchio Windex, mentre Coca-Cola ha svelato campioni di bottiglie costituite al 25% di plastica marina riciclata.
Dei 100 miliardi di capi che produce ogni anno l'industria della moda, la maggior parte sono realizzati con miscele di tessuti a base di plastica e si ritiene che i vestiti, le scarpe e gli accessori messi in discarica ogni anno si aggirino intorno ad un valore di circa 165 milioni di euro. Il gigante dell'abbigliamento sportivo Adidas ha prodotto oltre cinque milioni di paia delle sue scarpe da ginnastica Parley nel 2018, che contengono il 95% di plastica riciclata post-consumo (PCR) proveniente dall'oceano e dalla pulizia delle spiagge, pianificando di arrivare ad una produzione di circa 11 milioni di paia.
Lazienda francese di moda Petit Pli ha sviluppato abbigliamento espandibile per bambini, realizzato con bottiglie di plastica riciclata. Dato che i bambini crescono fino a sette taglie nei loro primi due anni, l'abbigliamento ha un impatto molto significativo sul numero di capi necessari per vestire un bambino nel tempo.
Processi di riciclaggio chimico
Secondo gli studi del Center of International Environmental Law (CIEL), l'industria delle materie plastiche la fonte di emissioni industriali in pi rapida crescita, con il 99% del mercato delle materie plastiche derivato da combustibili fossili. Di conseguenza, molte aziende stanno verificando il potenziale impatto della creazione di nuove materie plastiche da materiali di bassa qualit attualmente sul mercato.
Mars e Nestl hanno collaborato con la societ di soluzioni di imballaggio Citeo, il colosso dell'energia Total e il fornitore di tecnologie di riciclaggio Recycling Technologies per sviluppare un processo di riciclaggio di prodotti chimici industriali per imballaggi in plastica in Francia. Il gigante del retail Tesco tester un sistema innovativo in grado di convertire la plastica in olio. Nestl sta collaborando con Procter & Gamble (P&G) nel tentativo di portare sul mercato una tecnologia che ripristini i flussi di plastica riciclata alla qualit "quasi vergine".
Riportiamo il link alla ricerca "Top 10 Consumer Global Trends 2020" di Euromonitor International. Il rapporto individua quali tendenze avranno il maggiore impatto, esplorando come il comportamento dei consumatori stia cambiando a livello globale.
Ognuna delle 10 tendenze segue lo stesso format:
Caratteristiche specifiche e come si manifesta la tendenza
Ambiente di business
Info su comportamento/motivazione
Case study su come rispondono le industrie
Opinione dell'esperto
Impatto a lungo termine
Per leggere il rapporto clicca qui.
Per chi invece volesse approfondire il tema della Sostenibilit nell'impresa, vi ricordiamo la recente ricerca del socio Astarea sviluppata in collaborazione con PLEF sulla popolazione italiana (campione di 3000 casi). La Sostenibilit stata analizzata sulla base di 25 specifiche pratiche di Sostenibilit che le Imprese possono mettere in atto, arrivando ad individuare 5 tipologie di consumatori in relazione a molteplici variabili: i comportamenti sostenibili nella vita quotidiana, la percezione della Sostenibilit, latteggiamento verso le attivit delle Imprese in tema di Sostenibilit, lacquisto dei prodotti sostenibili, alle diverse condizioni di prezzo.
Per vederne una presentazione sintetica e saperne di pi, clicca qui.
Si tenuta a Roma, il 6 dicembre, presso la Sala Nazionale Spazio Eventi, la presentazione della X edizione de LItalia del Riciclo 2019, il Rapporto annuale sul riciclo ed il recupero dei rifiuti, realizzato da FISE UNICIRCULAR e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. La decima edizione ha messo in luce i trend del settore nellultimo decennio ed ha evidenziato le principali difficolt affrontate dal comparto.
Nel corso del decennio 2006-2016, la gestione dei rifiuti in tutta Europa si orientata sempre pi verso il riciclo: la produzione complessiva di rifiuti rimasta pressoch stabile a 2,5 Mldt, mentre cresciuto il recupero di materia (+7%). Nello stesso arco temporale in Italia i rifiuti totali prodotti sono aumentati del 6% e il riciclo cresciuto con un +42% .
Molte filiere hanno avuto delle buone performance, con dati positivi sia a livello europeo che italiano. I rifiuti di imballaggio, per esempio, hanno visto crescere del 27% lavvio al riciclo dellUE28: nello stesso periodo, in Italia si passati da 6,7 a 8,5 Mt, con uguale incremento percentuale registrato in Europa. Il tasso di riciclo rispetto allimmesso al consumo passato nellUE28 dal 57 al 67%, mentre in Italia cresciuto da 55 a 67%, perfettamente in linea col dato europeo e con i nuovi obiettivi europei del 65% al 2025 e del 70% al 2030.
Rispetto alle principali economie europee (Germania, Francia, Spagna e Regno Unito) lItalia al terzo posto dopo Germania (71%) e Spagna (70%). Anche le singole filiere dei rifiuti di imballaggio mostrano buoni risultati nel periodo analizzato con peculiarit specifiche per ogni settore, come specificato nel rapporto.
Gioved 21 Novembre, presso la Camera di Commercio di Milano Monza Brianza e Lodi, a Palazzo Turati, stato presentato il 2 quaderno di ricerca dell'Osservatorio Entrepreneurship & Finance della School of Management del Politecnico di Milano sulla finanza alternativa per le PMI in Italia.
Cosa emerso in sintesi?
Nel report sono stati analizzati sei ambiti specifici:
Nell'ultimo anno le risorse che la finanza alternativa al credito bancario ha veicolato verso le PMI sono state pari a circa 3 miliardi di euro, contro i 2,3 miliardi del periodo precedente. Il private equity e il venture capital continuano a svolgere un ruolo prioritario nellindustria, insieme all'invoice trading e alla raccolta dei minibond; tuttavia mentre per i primi si registrato un sostanziale aumento, la raccolta per i minibond si contratta, anche se potrebbe essere rilanciata in futuro dai "basket bond". Il crowdfunding ha mantenuto buoni tassi di crescita, pur rimanendo ancora comparativamente piccolo. Infine lofferta di token digitali, spinta dalla tecnologia blockchain, rimane in attesa di una regolamentazione.
Lindagine annuale del Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), che misura la facilit di accesso al capitale per le PMI nellUnione Europea, vede lItalia scendere nel 2018 dal 17 al 19 posto. Secondo la Banca Centrale Europea, in Italia la percentuale di PMI potenzialmente vulnerabili in termini finanziari superiore al 7%, mentre la media continentale si attesta sul 3%. Inoltre, le PMI italiane sono diventate pi pessimiste rispetto allaccesso al credito bancario: solo il 12% dichiara una maggiore disponibilit delle banche rispetto allanno precedente (erano il 17%). Le incertezze politiche sembrano influire anche sul costo del capitale: il 27% riporta un peggioramento del tasso di interesse pagato, mentre nel periodo precedente erano la met.
I minibond Le PMI italiane emittenti di minibond fino al 30 giugno 2019 sono state 279; il controvalore collocato nei 12 mesi coperti dalla ricerca stato di 756 milioni di euro, in contrazione rispetto agli 1,13 miliardi dellanno precedente. Si tratta di un mercato importante che continuer a crescere nel medio termine, soprattutto grazie alle operazioni di sistema dei basket bond.
Il crowdfunding Lequity crowdfunding ha visto un ottimo tasso di crescita negli ultimi mesi, anche grazie allestensione a tutte le PMI di questa opportunit, inizialmente riservata a startup e PMI innovative. Sono 369 le aziende italiane che fino al 30 giugno 2019 hanno provato a raccogliere capitale di rischio sulle piattaforme Internet autorizzate, assicurandosi attraverso 261 campagne chiuse con successo un funding pari a 82,27 milioni di euro. Si tratta principalmente di piccole startup, ma si ci attende un buon tasso di crescita con le operazioni in ambito real estate. Nei 12 mesi analizzati la raccolta stata pari a 49 milioni di euro, pi del doppio del periodo precedente.
Le piattaforme di lending hanno erogato a titolo di prestito 156,3 milioni di euro fino al 30 giugno 2019, supportando circa 350 PMI italiane. Anche questo mercato destinato a crescere, grazie allafflusso di capitali annunciato da investitori professionali che si affiancheranno ai piccoli risparmiatori di Internet e allapertura di nuovi portali. La raccolta nellanno in esame stata di 84,2 milioni di euro, in aumento dell88% su quello precedente. Completa il quadro il reward-based crowdfunding, campagne di piccolo importo (soprattutto su portali USA) che imprese italiane hanno condotto offrendo in cambio prodotti e ricompense non monetarie: la raccolta effettuata ogni anno stimata in 1,5 milioni di euro, dato piuttosto stabile e senza molte prospettive di crescita.
Invoice trading Le piattaforme di invoice trading italiane hanno mobilitato fino al 30 giugno 2019 pi di 1,5 miliardi di euro, di cui 939,3 milioni nei 12 mesi considerati (+91% rispetto allanno prima). Tuttavia il ciclo di investimento in questo ambito molto pi corto, trattandosi della cessione a investitori professionali di fatture commerciali a scadenza mediamente 3-4 mesi, spesso utilizzate come sottostante per operazioni di cartolarizzazione. Molte delle risorse conteggiate sono quindi state reinvestite pi volte nellarco del periodo, e le stesse imprese hanno ceduto pi fatture nel tempo. Si tratta dello strumento relativamente pi utilizzato fra tutti quelli considerati e le prospettive per il futuro sono positive; si tratta di uno dei comparti che sta crescendo di pi e lunico preso in esame dove lItalia regge il confronto in Europa.
Direct lending Si tratta del segmento meno sviluppato al momento, perch ha toccato solo marginalmente le PMI, e in cui pi difficile raccogliere informazioni, non pubblicamente disponibili. Ad oggi sono poche le piccole e medie imprese italiane che hanno ottenuto un prestito diretto da fondi specializzati, per un importo intorno a 30 milioni di euro, di cui 8 nel periodo preso in esame. Vi per spazio per una crescita futura, poich sono stati annunciati diversi fondi di investimento dedicati.
ICO Attraverso le Initial Coin Offerings (ICO) possibile raccogliere capitale su Internet offrendo in sottoscrizione token digitali e disintermediando completamente piattaforme terze e circuiti di pagamento tradizionali. Grazie alla tecnologia blockchain, i token consentono ai sottoscrittori di accedere a prodotti e servizi, a volte di partecipare attivamente al progetto imprenditoriale; sono spesso scambiati su piattaforme specializzate e questo rende labile il confine fra le ICO e la sottoscrizione di investimenti finanziari. La novit del 2019 la consultazione avviata da Consob per studiare una possibile definizione e regolamentazione del collocamento di cripto-attivit. Rispetto alla stima dellanno scorso (80 milioni di euro raccolti), questo segmento ha raccolto nei 12 mesi esaminati solo 5 milioni di euro. Il flusso di offerte a livello mondiale stato infatti decisamente condizionato dalla volatilit dei prezzi delle criptovalute e dagli interventi delle autorit di mercato, soprattutto negli USA.
Private equity e venture capital Completano il quadro gli investimenti effettuati da soggetti professionali nel campo del private equity e del venture capital, i quali sottoscrivono capitale di rischio di imprese non quotate con lambizione di contribuire attivamente alla loro crescita per poi ottenere una plusvalenza al momento dellexit. Questi investitori negoziano contratti e patti complessi con gli imprenditori, cosa che non accade ad esempio nellequity crowdfunding, dove il potere contrattuale dei sottoscrittori molto basso.
Bench attivo da tempo, il mercato italiano del private equity e del venture capital ancora sotto-dimensionato rispetto alla situazione di Regno Unito, Germania, Francia. Secondo le statistiche pubblicate dallassociazione di riferimento AIFI: prendendo in esame solo le operazioni di early stage ed expansion (dove tipicamente linvestimento viene effettuato con un aumento di capitale e con lapporto quindi di nuove risorse) e ipotizzando, cosa non scontata, che tutte le operazioni nei due sotto-comparti riguardino PMI, da luglio 2018 a giugno 2019 si avuto un flusso di 331 milioni di euro per learly stage (su 164 deal) e di 857 milioni per lexpansion (per 47 aziende), per un totale di 1,19 miliardi.
Il commento Il mercato della finanza alternativa, o per meglio dire complementare, al credito bancario per le PMI continua a crescere in Italia, come nel resto dEuropa: nuovi attori si affacciano sulla scena e c attenzione anche dal mondo della politica, interessata a far affluire risorse verso leconomia reale, ha commentato Giancarlo Giudici, direttore della ricerca. Ci ha facilitato laccesso al capitale e ha consentito a tante piccole e medie imprese italiane di incrementare la propria competitivit e di ottenere vantaggi in termini di accresciute competenze manageriali, visibilit sul mercato, opportunit di investimento.
Un trend che ci pare interessante ha proseguito la sempre maggiore integrazione fra i diversi segmenti della finanza alternativa. I player specializzati in singole filiere, ora anche in risposta a evoluzioni graduali della normativa, che mirano a incrementare la competitivit dellecosistema con nuovi canali di finanziamento si propongono come attori globali, con soluzioni diversificate e mirate: piattaforme di equity crowdfunding collocano minibond, portali di invoice trading fanno anche operazioni di lending, business angel sono attivi nellequity crowdfunding. Accanto al modello della banca universale sta dunque emergendo un ecosistema a rete che ambisce a diventare partner delle imprese in tutto larco della loro vita.
Via San Vittore, 7
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Tel: 02-39564687
Email: info@plef.org
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