La Federazione Gomma Plastica e Unionplast promuovono per il prossimo 5 aprile 2019, a Milano, la Prima Conferenza nazionale sul futuro sostenibile delle plastiche, che si terr presso la Sala Bianchi del Sole 24 Ore. La conferenza vuole essere unoccasione di incontro, dibattito e confronto con lobiettivo di definire un percorso futuro capace di coniugare crescita economica, innovazione e sostenibilit ambientale e sociale, anche attraverso la presa di coscienza dellimportanza del comportamento corretto di cittadini e consumatori nella gestione dei prodotti in plastica a fine vita. Sostengono liniziativa IPPR Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo e Montello S.p.A.
Interverranno il Presidente di Unionplast Luca Iazzolino, il Segretario grenerale di IPPR Cristina Poggesi, Anna Bortoluzzi, esperta di LCA in Quota Sette srl, il Direttore Generale di ISPRA e VicePresidente dellAgenzia Europea per lAmbiente Alessandro Bratti, i Senatori Gianni Pietro Girotto (Presidente della Commissione Industria del Senato) e Paolo Arrigoni (Questore del Senato e membro della Commissione Ambiente), il Presidente di Legambiente Stefano Ciafani, lAmministratore Delegato di Crocco S.p.A. e Presidente di EuPC Renato Zelcher, lAmministratore Delegato di Bormioli Pharma Andrea Lodetti, il Responsabile R&D Packaging del Gruppo Granarolo Raffaele Bombardieri e il Presidente di Montello S.p.A. Roberto Sancinelli. Le conclusioni saranno affidate al Sottosegretario allAmbiente On. Salvatore Micillo, al ViceMinistro dello Sviluppo Economico On. Dario Galli e al Direttore Generale di Confindustria Marcella Panucci. Modera Laura Bettini, giornalista di Radio24 e conduttrice della trasmissione Laltro Pianeta.
Durante la conferenza, uno studio televisivo in loco trasmetter durante lintera durata dei lavori, i contenuti saranno disponibile via streaming. La conferenza a ingresso libero, il programma e il form di iscrizione sono disponibili sul sito https://plastics4p.it.
La conferenza traccer un quadro dellandamento del mercato delle plastiche e dello stato di salute delle imprese, fornendo i dati aggiornati di un settore che in Italia conta, complessivamente oltre 11.000 imprese che rappresentano un fatturato di oltre 30 miliardi di euro: di queste, 5.000 sono quelle imprese attive nella prima trasformazione (il primo stadio della lavorazione delle plastiche): soltanto loro occupano 110.000 addetti nel Paese per un fatturato complessivo annuo di circa 15 Miliardi di Euro. La domanda di materie plastiche in Italia tra le prime in Europa. Nel corso del 2018 sono state trasformate circa 5.8 Milioni di tonnellate di resine termoplastiche alle quali si aggiungono circa 1 milione di tonnellate di plastiche riciclate provenienti dal riciclo di rifiuti plastici, di cui circa il 70% post-consumo.
Il trend positivo riferito alluso di plastiche da riciclo testimonia la volont delle imprese di perseguire gli obiettivi della Circular Economy e di promuovere la sostenibilit dei prodotti immessi sul mercato, in tutti i settori applicativi. IPPR-Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo ha portato alla certificazione a marchio Plastica Seconda Vita oltre 3000 prodotti incorporanti (fino al 100%) Materie Prime Seconde. Lo sviluppo del riciclo di qualit, delleco-design, lenvironmental footprint dei prodotti in plastica, linnovazione ambientale di prodotto e di processo saranno tutti temi al centro del dibattito, con lobiettivo di definire un orizzonte comune di impegno di imprese e loro stakeholder.
Si recentemente tenuta a Roma la Conferenza Nazionale sull'economia circolare del Circular Economy Network, promosso dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
In occasione della Conferenza stato presentato il primo Rapporto sulleconomia circolare in Italia - 2019 (consultabile a questo link) che ha valutato le performance dellItalia rispetto allattuazione della Strategia europea sulleconomia circolare, in particolare tenendo conto della produzione, del consumo, della gestione dei rifiuti, del mercato dei materiali riciclati, dei settori come la plastica e i rifiuti alimentari, degli investimenti, delloccupazione e dellinnovazione, e fornendo anche un confronto con le principali economie europee.
L'Italia rimane prima in Europa nellindice complessivo di circolarit (103 punti), seguita da Regno Unito (90), Germania (88), Francia (87), e Spagna (81), ma il miglioramento delle performance italiane molto pi basso rispetto alle altre nazioni che, grazie al nuovo pacchetto di direttive approvato nel luglio scorso, stanno prendendo slancio (un solo punto in pi, mentre la Francia ne guadagna 7 e la Spagna 13).
Come ha sottolineato Edo Ronchi, Presidente Susdef e del Circular Economy Network: Dobbiamo impegnarci a tenere alto il livello delle nostre performance. Servono un piano e una strategia nazionale, una regolazione sullend of waste che permetta ai numerosi progetti industriali in attesa di autorizzazione di partire. Ma serve anche una visione politica e amministrativa che manovri le leve della fiscalit, degli incentivi allinnovazione in favore delleconomia circolare, che va pensata non come un comparto, ma come un vero e proprio cambiamento profondo di modello economico.
Nei settori del riciclo, del riuso e della riparazione lItalia registra un ottimo livello di occupazione, il 2,1% del totale, al di sopra della media UE 28 che si ferma a quota 1,7%, ha aggiunto il vicepresidente del Circular Economy Network Luca Dal Fabbro.
Il Rapporto nazionale sulleconomia circolare individua un decalogo per rilanciare leconomia circolare, ma anche per sostenere la sostenibilit ambientale, per ridurre le emissioni di gas serra e per la competitivit dellItalia:
1- Diffondere e arricchire la visione, le conoscenze, la ricerca e le buone pratiche delleconomia circolare: il risparmio e luso pi efficiente delle materie prime e dellenergia; lutilizzo di materiali e di energia rinnovabile; prodotti di pi lunga durata, riparabili e riutilizzabili, pi basati sugli utilizzi condivisi; una riduzione della produzione e dello smaltimento di rifiuti e lo sviluppo del loro riciclo.
2 - Implementare una Strategia nazionale e un Piano dazione per leconomia circolare per affrontare carenze e ritardi, con un processo di partecipazione che coinvolga tutti gli stakeholder interessati.
3 - Migliorare lutilizzo degli strumenti economici per leconomia circolare attraverso la responsabilit estesa dei produttori per il ciclo di vita dei prodotti e quella condivisa dei diversi soggetti coinvolti nel consumo; valutare gli incentivi pubblici esistenti e riallocare quelli che producono effetti in contrasto con leconomia circolare. E serve un riequilibrio del prelievo fiscale.
4 - Promuovere la bioeconomia rigenerativa. Tutelando e valorizzando il capitale naturale e la fertilit dei suoli, una bioeconomia rigenerativa pu assicurare prioritariamente la sicurezza alimentare e lagricoltura di qualit e alimentare anche le filiere innovative, integrate nei territori, dei biomateriali, nonch la restituzione di sostanza organica ai suoli e la produzione di energie rinnovabili.
5 - Estendere leconomia circolare negli acquisti pubblici con lutilizzo dei Green Public Procurement (GPP).
6 - Promuovere liniziativa delle citt per leconomia circolare puntando sul rilancio della qualit delle citt con programmi integrati di rigenerazione urbana, secondo il modello europeo delle green city.
7 - Realizzare un rapido ed efficace recepimento del nuovo pacchetto di direttive europee per i rifiuti e leconomia circolare, che deve puntare a migliorare la prevenzione, ad aumentare il riciclo superando tutti i nuovi target europei, a utilizzare il recupero energetico a supporto del riciclo e rendere residuale lo smaltimento in discarica. Ai consorzi, punti di forza del sistema italiano, pensati per le diverse tipologie di rifiuto, non si pu applicare un unico modello.
8 - Attivare rapidamente le pratiche di End of Waste. Per sviluppare il riciclo dei rifiuti, urbani e speciali, indispensabile disporre di una efficace e tempestiva regolazione della cessazione della qualifica di rifiuto dopo un adeguato trattamento. Rendendo molto pi rapida la procedura per i decreti ministeriali e non ostacolando il riciclo che coinvolge oltre 7 mila impianti industriali in Italia.
9 - Assicurare le infrastrutture necessarie per leconomia circolare. La progettazione circolare dei prodotti, lutilizzo di beni condivisi, la vendita dei servizi forniti dai prodotti, il funzionamento dei mercati del riutilizzo e dellusato in coordinamento con attivit di verifica e di riparazione, lo sviluppo del riciclo e dei mercati delle materie prime seconde: sono tutte attivit delleconomia circolare che richiedono adeguate dotazioni di infrastrutture. La diffusione e limplementazione dellinnovazione e delle buone pratiche, in particolare per le piccole e medie imprese, va supportata con listituzione di unAgenzia per luso efficiente delle risorse.
10 -Estendere leconomia circolare anche al commercio online. I prezzi convenienti, la facilit dellacquisto e la consegna a domicilio stanno alimentando una forte crescita del commercio online anche di prodotti usa e getta, di breve durata, non riparabili, difficilmente riciclabili, distribuiti con imballaggi voluminosi. Questo tipo di commercio tende ad alimentare un modello di economia lineare che aumenta gli sprechi di risorse.
Mercoled 27 Febbraio si tenuto a Roma un convegno presso la Camera dei Deputati, in cui lAlleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha presentato lesito delle proprie analisi sulle coerenze della nuova legge di bilancio con i 17 obiettivi dellAgenda 2030 dellONU, alla presenza del Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, e del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Planet Life Economy Foundation era presente a quel convegno, anche perch partecipa sin dallinizio ai lavori dellAlleanza, costituitasi nel 2016, ed presente in diversi gruppi di lavoro sui singoli obiettivi.
Limportanza del tema della Sostenibilit per altro un tema di fortissima attualit presso tutti i pubblici e, per quanto riguarda la popolazione italiana, oltre l80% della gente [1] si dichiara favorevole alle politiche che sostengono uno Sviluppo Sostenibile. Questa ricerca dimostra che gli sforzi operati dalla nostra Fondazione dal 2003 e nei sedici anni della sua attivit, hanno lasciato un segno davvero sostanziale alla conoscenza e allevoluzione culturale di questo tema, soprattutto per quanto riguarda le strategie evolutive delle Imprese e dei territori, le relative politiche industriali e le implicazioni sui mercati e sugli stili di consumo.
Infatti, anche il Presidente Roberto Fico nella sua prolusione iniziale ha sostanzialmente condiviso le tesi di base dello Sviluppo Sostenibile con particolar riferimento alle problematiche relative alle catastrofi collegate ai cambiamenti climatici, alle disuguaglianze sociali, ai flussi immigratori, alle riconversioni industriali delleconomia circolare e ai nuovi indicatori di benessere BES (Benessere Equo Sostenibile).
Il Presidente dellASviS Pierluigi Stefanini ha invece focalizzato il suo intervento sulla necessit di un maggiore ruolo dello Stato e coinvolgimento della Pubblica Amministrazione sul tema, al fine di creare valore durevole.
Per quanto riguarda le coerenze della nuova legge di bilancio con i 17 obiettivi ONU, il Prof. Enrico Giovannini portavoce dellAlleanza ha sottolineato che si sarebbe potuto fare di pi per essere aderenti alla visione integrata dello Sviluppo Sostenibile cos come auspicato dallAlleanza, soprattutto sui temi delloccupazione, dellinnovazione e dellambiente.
Lanalisi (scaricabile qui) stata realizzata dai partecipanti ai gruppi di lavoro dellASviS a loro volta rappresentanti di oltre 200 organizzazioni aderenti allAlleanza tra cui, appunto, PLEF. Emergerebbe anche che siamo in ritardo sui tempi previsti per una riconversione complessiva dellEconomia e della Societ Civile ai temi dello Sviluppo Sostenibile traguardando questo cambiamento complessivo al 2030 come auspicato, appunto, dallONU.
Con riferimento agli indicatori ASviS elaborati sulla base degli ultimi dati ISTAT, lItalia mostra segni di miglioramento su 11 delle 17 aree di osservazione: Povert, Salute, Uguaglianza di genere, Condizione economica e occupazione, Innovazione, Disuguaglianze, Condizioni delle citt, modelli sostenibili di produzione e di consumo, Qualit della Governance, Pace, Giustizia, e Istituzioni solide, Cooperazione internazionale. Per 4 aree invece si verificherebbe un peggioramento: Alimentazione e agricoltura sostenibile, Acqua e strutture igienico-sanitarie, Sistema energetico, Condizioni degli ecosistemi terrestri. Infine, per 2 obiettivi la situazione apparirebbe stabile: Educazione e Lotta al cambiamento climatico.
Il Presidente del Consiglio - Giuseppe Conte - ha tenuto unampia relazione di commento complessivo sostenendo da una parte la correttezza di una sempre maggiore sensibilit non solo della Societ ma anche della Pubblica Amministrazione al tema complessivo dello Sviluppo Sostenibile, dallaltra ha contestato il fatto che esista una bassa sensibilit del Governo sui temi dellEconomia Circolare, dato che lui stesso la sostiene ogniqualvolta se ne parli anche a livello internazionale.
Ha anche affermato che il Governo si stia impegnando ben oltre gli obiettivi dellAlleanza con particolare riferimento allintroduzione degli indici BES allargati anche ai territori, alla qualit dellalimentazione, a una qualit pi complessiva della crescita.
Infine, altrettanto interessante stata la testimonianza del Presidente dellEnel e membro della Multistakeholder Platform della Commissione Europea sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile Francesco Starace che ha affermato che lEuropa vuole che gli obiettivi siano soprattutto locali (realizzati cio dalle Regioni e dalle Citt), in qualche modo affinando limpostazione pi Centralista dellAlleanza e confermando quella decentralista del Governo sugli indici di benessere territoriali. Sul piano della gestione dimpresa si conferma come Enel si stia impegnando soprattutto nel perseguimento di 4 obiettivi centrali dellAgenda collegati allIstruzione, Cambiamento climatico, Occupazione, Energia Pulita e disponibile.
Molti altri interventi sono poi seguiti nella tavola rotonda in cui hanno preso parte i rappresentanti dei diversi partiti e movimenti politici, tutti favorevoli a uno Sviluppo Sostenibile generalizzato anche se con sfumature diverse.
Insomma, il convegno dimostra che esiste una forte e crescente sensibilit a questo tema, che tutte le forze politiche e sociali del paese si stanno diversamente impegnando e che la semina effettuata dalla Nostra Fondazione in oltre 16 anni di attivit su questo argomento stia registrando concreti risultati, cos confermando la giustezza della Visione anticipatoria allevoluzione delleconomia e della societ civile che ha motivato la sua fondazione nel 2003.
Certo, c ancora molto da fare, soprattutto se si considera che la massima espressione dello Sviluppo Sostenibile quella pi coerente ai veri Principi Naturali che hanno plasmato la nostra evoluzione nel tempo, ma anche altrettanto certo che questa sensibilit stia progressivamente aumentando e incidendo concretamente nelle politiche di sviluppo delle nazioni, Italia compresa, come si potuto constatare in questo convegno: la mobilitazione dei giovanissimi sotto la spinta di Greta Thunberg, lo sciopero mondiale per il clima proclamato per il 15 marzo, le manifestazioni in diverse citt del mondo rappresentano il segno di una spinta dal basso che non pi soltanto un invito ai politici perch prestino attenzione alle sfide che minacciano il Pianeta, ma una richiesta urgente di cambiare fin da subito le priorit delle scelte pubbliche.
Paolo Ricotti
Fondatore di Planet Life Economy Foundation
[1] Ricerca della Fondazione Unipolis Gennaio 2019
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Per leggere la sintesi approfondita dell'incontro, pubblicata sul sito ASviS, clicca qui.
Confindustria, Confartigianato Imprese, CNA, Casartigiani, CLAAI, Confcommercio, Confesercenti, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop e ConfApi hanno sottoscritto la "Carta per la sostenibilit e la competitivit delle imprese nell'economia circolare" (link). Per affrontare le nuove sfide ambientali e cogliere le opportunit offerte dalla digitalizzazione dei processi produttivi e di consumo, necessario un cambio di approccio da parte di tutti gli stakeholders e il coinvolgimento del sistema economico nel suo complesso.
Il documento individua 10 linee di intervento e punti programmatici che, attraverso un percorso di impegni concreti, sar la base per l'avvio di un confronto con gli interlocutori istituzionali. I 10 punti affrontano aspetti di carattere regolatorio, normativo, economico e tecnologico, dall'abbattimento delle barriere burocratiche, alla necessit di favorire investimenti in ricerca e innovazione, fino ad arrivare ad una capacit impiantistica virtuosa. La carta per l'economia circolare un primo impegno condiviso per lo sviluppo e la competitivit delle imprese italiane in tema di economia circolare.
La Relazione sugli indicatori di benessere equo e sostenibile 2020 inviata al Parlamento marted 18 febbraio dal ministero dellEconomia e delle finanze (Mef) rappresenta un salto di qualit per levidente impegno di approfondimento degli effetti sul benessere collettivo delle pi importanti norme varate in questi mesi.
Lanno scorso la proiezione era limitata a quattro indicatori, mentre questanno si aggiunta la speranza di vita in buona salute. Anche se per la proiezione degli altri sette indicatori del Bes (benessere equo sostenibile) i lavori sono ancora in corso, lanalisi comunque pi approfondita rispetto alla precedente.
Leggi il comunicato del Mef.
Leggi la relazione.
Il divario fra la concentrazione della ricchezza di pochi e la povert diffusa di molti, aumenta e rischia di diventare strutturale: questo l'allarme lanciato dall'ultimo rapporto OXFAM, "Bene pubblico o ricchezza privata?", presentato in questi giorni a Davos. E a contribuire in maniera negativa ci pensano i sistemi fiscali, nei Paesi in via di sviluppo cos come nelle economie pi avanzate, con le grandi aziende che eludono il fisco e spostano capitali, con meccanismi sempre meno basati sulla progressivit (chi pi ha, pi deve contribuire), sempre pi concentrati su redditi e consumi e meno sui patrimoni. A livello globale negli ultimi anni la povert diminuita, tuttavia il ritmo con cui le persone si riscattano dall'indigenza inferiore al 40% rispetto allo scorso anno.
Secondo il rapporto la ricchezza dei 1.900 miliardari della lista Forbes del 2017 cresciuta di oltre 900 miliardi di dollari (+1,2%). Al contrario la ricchezza netta della popolazione pi povera del mondo (3,8 miliardi di persone) diminuita dell'11%, tanto che oggi sono solo 26 i multimiliardari che posseggono la ricchezza della met pi povera del globo. La situazione italiana ricalca questa tendenza: a met 2018 il 20% dei pi facoltosi possedeva circa il 72% dell'intera ricchezza nazionale e il 5% addirittura aveva tra le mani la stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% pi povero.
Secondo il Rapporto Oxfam esiste poi una forte correlazione tra diseguaglianza economica e di genere. A livello globale gli uomini possiedono oggi il 50% in pi della ricchezza netta delle donne e controllano oltre l86% delle aziende. Anche il divario retributivo di genere, pari al 23%, vede le donne in posizione arretrata. Un dato che per di pi non tiene conto del contributo gratuito delle donne al lavoro di cura. Per ridurre povert e disuguaglianze occorrono servizi pubblici e misure di protezione sociale adeguate: una recente ricerca condotta su 13 economie in via di sviluppo ha evidenziato come gli investimenti in sanit ed istruzione abbiano contribuito a ridurre del 69% il livello di diseguaglianza economica.
In estrema sintesi, Oxfam fa tre richieste ai governi, ricordando gli impegni presi con lAgenda 2030 delle Nazioni Unite:
Istruzione, sanit e un fisco che intervenga in modo progressivo sulla ricchezza: queste le proposte di Oxfam presentate a Davos.
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