La Relazione sugli indicatori di benessere equo e sostenibile 2020 inviata al Parlamento marted 18 febbraio dal ministero dellEconomia e delle finanze (Mef) rappresenta un salto di qualit per levidente impegno di approfondimento degli effetti sul benessere collettivo delle pi importanti norme varate in questi mesi.
Lanno scorso la proiezione era limitata a quattro indicatori, mentre questanno si aggiunta la speranza di vita in buona salute. Anche se per la proiezione degli altri sette indicatori del Bes (benessere equo sostenibile) i lavori sono ancora in corso, lanalisi comunque pi approfondita rispetto alla precedente.
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Il divario fra la concentrazione della ricchezza di pochi e la povert diffusa di molti, aumenta e rischia di diventare strutturale: questo l'allarme lanciato dall'ultimo rapporto OXFAM, "Bene pubblico o ricchezza privata?", presentato in questi giorni a Davos. E a contribuire in maniera negativa ci pensano i sistemi fiscali, nei Paesi in via di sviluppo cos come nelle economie pi avanzate, con le grandi aziende che eludono il fisco e spostano capitali, con meccanismi sempre meno basati sulla progressivit (chi pi ha, pi deve contribuire), sempre pi concentrati su redditi e consumi e meno sui patrimoni. A livello globale negli ultimi anni la povert diminuita, tuttavia il ritmo con cui le persone si riscattano dall'indigenza inferiore al 40% rispetto allo scorso anno.
Secondo il rapporto la ricchezza dei 1.900 miliardari della lista Forbes del 2017 cresciuta di oltre 900 miliardi di dollari (+1,2%). Al contrario la ricchezza netta della popolazione pi povera del mondo (3,8 miliardi di persone) diminuita dell'11%, tanto che oggi sono solo 26 i multimiliardari che posseggono la ricchezza della met pi povera del globo. La situazione italiana ricalca questa tendenza: a met 2018 il 20% dei pi facoltosi possedeva circa il 72% dell'intera ricchezza nazionale e il 5% addirittura aveva tra le mani la stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% pi povero.
Secondo il Rapporto Oxfam esiste poi una forte correlazione tra diseguaglianza economica e di genere. A livello globale gli uomini possiedono oggi il 50% in pi della ricchezza netta delle donne e controllano oltre l86% delle aziende. Anche il divario retributivo di genere, pari al 23%, vede le donne in posizione arretrata. Un dato che per di pi non tiene conto del contributo gratuito delle donne al lavoro di cura. Per ridurre povert e disuguaglianze occorrono servizi pubblici e misure di protezione sociale adeguate: una recente ricerca condotta su 13 economie in via di sviluppo ha evidenziato come gli investimenti in sanit ed istruzione abbiano contribuito a ridurre del 69% il livello di diseguaglianza economica.
In estrema sintesi, Oxfam fa tre richieste ai governi, ricordando gli impegni presi con lAgenda 2030 delle Nazioni Unite:
Istruzione, sanit e un fisco che intervenga in modo progressivo sulla ricchezza: queste le proposte di Oxfam presentate a Davos.
Il 19 dicembre 2018 stato presentato a Roma il rapporto annuale LItalia del Riciclo 2018 promosso e realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da FISE UNICIRCULAR (Unione Imprese Economia Circolare). Il rapporto, giunto alla sua nona edizione, rappresenta un quadro complessivo aggiornato sul riciclo dei rifiuti nel nostro Paese, individuando le dinamiche europee e internazionali dei mercati dei materiali riciclati e le tendenze in atto, e ricostruendo unanalisi delle dimensioni e delle caratteristiche quali-quantitative della movimentazione dei rifiuti che interessa lItalia.
Per conoscere gli highlights sulle singole filiere del riciclo e per una sintesi dei principali interventi realizzati durante la presentazione del rapporto, rimandiamo all'articolo pubblicato da Andrea Gasperini, responsabile area Sostenibilit di Aiaf e socio PLEF, per l'Osservatorio ESG. Puoi leggere l'articolo, cliccando qui.
Sempre a dicembre e sempre sul tema dell'economia circolare, segnaliamo inoltre che, in seguito ai risultati della consultazione pubblica, il Ministero dell'Ambiente ha pubblicato la versione consolidata del documento Economia circolare ed uso efficiente delle risorse - indicatori per la misurazione delleconomia circolare, elaborato dal MATTM e dal MISE con lobiettivo di individuare adeguati indicatori per misurare e monitorare la circolarit delleconomia e luso efficiente delle risorse a livello macro, meso e micro.
La misurazione della circolarit costituisce infatti un requisito essenziale per il perseguimento di azioni concrete che siano maggiormente trasparenti per il mercato e per il consumatore. Il documento rappresenta pertanto un punto di partenza per arrivare, in futuro, allindividuazione delle migliori soluzioni perseguibili per il sistema Italia in termini di massimizzazione dei benefici economici e di salvaguardia delle risorse.
I dati recentemente pubblicati dallagenzia europea Copernicus e dal Rapporto Unep 2018 sui gas serra sono allarmanti: se le tendenze attuali proseguiranno, la temperatura globale aumenter di tre gradi entro la fine del secolo.
Negli ultimi cinque anni la temperatura media dellaria superficiale aumentata di 1,1C rispetto allera preindustriale e nel 2018 le emissioni di anidride carbonica nellatmosfera hanno battuto tutti i record precedenti. quanto affermano i dati raccolti da Copernicus, il programma di osservazione della Terra gestito dallUnione europea tramite il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine.
Secondo lo studio, il 2018 stato il quarto anno pi caldo della storia, registrando una temperatura annua di 14,7C: soltanto 0,2C in meno rispetto al 2016, ritenuto finora lanno pi caldo. A soffrire per laumento della temperatura sono state soprattutto le aree dellArtico, le regioni a nord dello Stretto di Bering e i mari intorno allarcipelago delle Svalbard, nel Mar Glaciale Artico. Ma anche Stati Uniti, Medio Oriente ed Europa hanno patito condizioni atmosferiche svantaggiose, registrando estati torride e secche, con precipitazioni particolarmente scarse, come per il nostro paese, che ha registrato lanno pi caldo dal 1800, con temperature ben al di sopra del record precedente del 2015.
Per quanto riguarda la concentrazione di anidride carbonica, le analisi satellitari di Copernicus sono confermate dallEmissions Gap Report 2018 elaborato dal Programma delle Nazioni Unite per lambiente (Unep): la CO2 presente nellaria aumentata di 2,5 parti per milione allanno, registrando, dopo tre anni di stagnazione, il nuovo record negativo di 53,5 Giga-tonnellate equivalenti di anidride carbonica. Per tenere laumento della temperatura globale al di sotto di 2C - si legge - bisognerebbe ridurre le emissioni di un ulteriore 25% rispetto a quanto gi previsto dai Nationally Determined Contributions (NDCs) degli Accordi di Parigi e del 55% per stare al di sotto di 1,5C.
Emerge pertanto linadeguatezza delle misure nazionali messe in campo fino ad oggi. Secondo gli autori del Rapporto, tuttavia, ancora possibile limitare i danni, ma solamente triplicando lintervento dei Paesi e mettendo in campo unadeguata politica fiscale che scoraggi luso dei combustibili fossili, tramite leliminazione dei sussidi e limplementazione della carbon tax, con buone probabilit di ridurre le emissioni tra il 10% e il 40% entro il 2030 (la nostra Fondazione in questi anni sta insistendo molto sulla centralit dell'aspetto fiscale sensibilizzando gli Amministratori attraverso lo studio sulla "riallocazione delle risorse" per una conversione dalla brown alla green economy, in grado anche di creare nuova occupazione).
Per gli autori del Rapporto, infine, la transizione alla low carbon economy sar agevolata se cinque condizioni saranno rispettate: le aziende private dovranno assumersi il rischio iniziale di investimento; il settore pubblico dovr sostenere il settore privato; le politiche green dovranno essere adottate in ogni settore delleconomia; linnovazione dovr essere lo stimolo per nuovi investimenti e la partecipazione alla transizione dovr avvenire dal basso verso lalto, tramite il coinvolgimento dei privati e dei cittadini.
Per scaricare il Rapporto dellUnep, clicca qui.
I risultati del sondaggio "Legg Mason global investment 2018", svolto recentemente in 17 Paesi diversi, conferma che quella degli investimenti sostenibili una tendenza in continua crescita: ben il 45% degli investitori a livello globale, infatti, dichiara che nei prossimi 5 anni aumenter la sua allocazione in investimenti Esg.
Per gli italiani non diverso: non solo il 46% prevede di investire di pi in prodotti di investimento sostenibili nel prossimo quinquennio, ma gi oggi quasi uno su due (47%) sceglie fondi e societ in funzione anche di considerazioni ambientali, sociali e di governance. E ben il 93% ritiene che i fund manager dovrebbero monitorare attivamente le aziende in cui investono per assicurarsi che agiscano in maniera responsabile.
Tuttavia ci sono ancora numerosi ostacoli, il pi grande dei quali, secondo gli investitori italiani, rappresentato dalla scarsit di informazioni, citata dal 29% dei partecipanti. Altri fattori che scoraggiano gli investimenti ESG sono la limitata disponibilit di questo tipo di soluzioni (23% delle risposte), e la mancanza di unadeguata consulenza finanziaria a riguardo (21%).
Ma quale dei tre fattori Esg sta pi a cuore agli investitori del nostro Paese? Secondo i dati della ricerca, vince la tutela dellambiente, considerato come il fattore principale dal 34% degli intervistati. Al secondo posto la governance, con il 25% dei voti, mentre il fattore sociale considerato di primaria importanza solo dal 16% del campione. Infine, il 25% ritiene che tutti e tre i criteri Esg siano ugualmente importanti.
Giunto alla sesta edizione, il Rapporto Bes offre un quadro integrato dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano il nostro Paese, attraverso lanalisi di un ampio set di indicatori suddivisi in 12 domini. PLEF, impegnata fin dalle origini ad accompagnare le imprese in strategie rispettose dei vincoli di sostenibilit per la costruzione di valore durevole e benessere nelle comunit, da diversi anni promuove l'utilizzo di tale strumento per un ragionamento molto semplice:
- le attivit d'impresa si misurano in valore aggiunto e contribuiscono al PIL, ma altrettanto si misurano in impatti sul benessere e contribuiscono al BES, - l'efficacia dell'attivit d'impresa si misura in primo luogo nel suo territorio con la coerenza del proprio posizionamento strategico rispetto a quello del territorio stesso, - gli effetti dell'attivit d'impresa in termini di valore aggiunto e di impatto sul benessere devono essere letti rispetto al PIL e al BES del territorio.
Inoltre l'evoluzione, dalla sperimentazione alla pubblicazione del rapporto BES per l'Italia (2013), e la sua successiva adozione nella legge di bilancio annuale e nel DEF (2017) per la valutazione dello stato del paese e delle politiche adottate e da adottare, ha un enorme significato sul possibile orientamento delle politiche nazionali, anche se rischia di rimanere non praticato nella dialettica democratica, poich ancora troppo lontano dalla gente. La pratica a livello comunale o di unioni di comuni ha invece la potenzialit di creare un dibattito circostanziato tra cittadini e policy makers in una logica di Responsabilit sull'esistente e sul futuro (vedi articolo in proposito).
Per questo PLEF, grazie al supporto del gruppo CRAI, ha promosso lo sviluppo di un rapporto BES sul Comune di Casale Monferrato, rendendolo disponibile come premio di una gara tra comuni italiani per il bando di ristorazione collettiva pi virtuoso in grado di soddisfare l'utenza e valorizzare il territorio (I edizione Premio Bezzo) e prevede di utilizzare l'indicatore BES anche per la seconda edizione del premio, per unattivit di misura del benessere soggettivo percepito nellalimentazione locale da effettuare presso il comune vincitore.
Per leggere il Rapporto BES 2018:
https://www.istat.it/it/files//2018/12/Bes_2018.pdf
Questa edizione si caratterizza per alcune novit. In particolare, si presentano i risultati dellindagine qualitativa svolta presso le famiglie nel 2018, volta a misurare limportanza attribuita a ciascuno dei 12 domini del Bes nella percezione individuale del benessere. Si propone anche una estensione dellapproccio utilizzato per misurare levoluzione dei diversi domini del benessere in forma sintetica. La consueta lettura degli andamenti realizzata attraverso gli indici compositi viene integrata con una valutazione complessiva delle variazioni registrate negli indicatori, in modo da ottenere prime e immediate misure di sintesi, facilmente scalabili tra i domini. Infine stata introdotta una sezione dedicata agli approfondimenti tematici, con lobiettivo di presentare di volta in volta letture integrate sui domini del benessere.
Per una sintesi dei risultati:
https://www.istat.it/it/files//2018/12/BES_2018_nota_stampa.pdf
Via San Vittore, 7
20123 Milano (MI) Italy
Tel: 02-39564687
Email: info@plef.org
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