È stato presentato a Roma il Rapporto “Il Riciclo in Italia 2025”, curato da Edo Ronchi per la Fondazione per lo sviluppo sostenibile con il contributo delle principali organizzazioni di filiera e supporto tecnico di ISPRA e CONAI. Lo studio offre una fotografia approfondita del ruolo dell’industria del riciclo nel nostro Paese, evidenziandone punti di forza, criticità e prospettive future in un momento in cui economia circolare e transizione ecologica rappresentano leve decisive per la competitività e la resilienza dei sistemi produttivi nazionali.
Secondo il Rapporto, l’Italia conferma la propria leadership europea nelle performance di riciclo, con livelli di trattamento e recupero dei rifiuti – sia urbani sia speciali – tra i più elevati dell’Unione Europea. Nel 2024 oltre l’85 % dei rifiuti gestiti è stato avviato a riciclo, e il tasso di utilizzo circolare dei materiali si è attestato al 21,6%, quasi il doppio della media UE. (Riciclo in Italia). Questi risultati testimoniano non solo un forte orientamento all’economia circolare, ma anche la rilevanza dell’industria del riciclo come componente strategica della manifattura nazionale, in grado di ridurre l’impatto ambientale, risparmiare risorse e contrastare la dipendenza dell’Italia dalle importazioni di materie prime. (Fondazione Sviluppo Sostenibile)
Nonostante il quadro complessivamente positivo, il Rapporto individua criticità rilevanti in alcune filiere. In particolare:
Queste criticità richiedono politiche industriali stabili e una collaborazione rafforzata tra imprese, istituzioni e stakeholder per superare barriere burocratiche, migliorare la qualità delle materie prime seconde e favorire investimenti in tecnologie innovative. Tra gli speaker invitati a portare la propria testimonianza era presente anche Corrado Dentis, AD di Dentis Recycling e presidente del Consorzio Coripet (soci PLEF) che ha posto l'accento sulle criticità strutturali del riciclo delle plastiche in Italia, legate alla disponibilità di materia prima, alle dinamiche di mercato e alla necessità di rafforzare filiere corte e investimenti in innovazione.
Il rapporto analizza 19 principali filiere industriali del riciclo, mettendo in luce differenze e potenzialità: dal riciclo di carta, vetro e acciaio – dove l’Italia mantiene performance elevate – alle sfide per materiali più complessi o a valore aggiunto. Allo stesso tempo, emergono segnali di crescita nell’impiego di materiali riciclati nei processi produttivi, elemento centrale per rafforzare l’autonomia dalle materie prime vergini e puntare a un modello di sviluppo più sostenibile ed efficiente. (Riciclo in Italia)
Il Rapporto offre spunti significativi, evidenziando la cura dei sistemi socio-ambientali come base della competitività e della salute collettiva, l'economia circolare come leva di rigenerazione territoriale, capace di connettere produzione e comunità e l’importanza di governance, cooperazione e innovazione per affrontare i grandi nodi strutturali dell’economia moderna. In un contesto di transizione, l’industria del riciclo non è solo un indicatore di performance ambientali, ma un pilastro per l’autonomia materiale e la resilienza dei nostri sistemi produttivi, in linea con la visione di una società che mette al centro il benessere delle comunità e la salute del pianeta.

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