"La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. TUTELA L’AMBIENTE, LA BIODIVERSITA’ E GLI ECOSISTEMI, ANCHE NELL’INTERESSE DELLE FUTURE GENERAZIONI".
L’atto parlamentare che ha concluso l’iter di approvazione della proposta di variazione dell’art. 9 della Costituzione, dopo le quattro letture richieste per legge al fine di disporre di una norma non suscettibile di essere sottoposta ad un voto referendario, è stato definito epocale, perché rappresentativo di una nuova consapevolezza diffusa sul valore dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi ma, come dice l’articolo stesso, anche di un diritto nuovo, quello intergenerazionale.
Noi in PLEF possiamo essere felici di questo evento ed anche orgogliosi, perché proprio nel 2015 all’EXPO di Milano, nella sala congressi della Cascina Triulza (padiglione della società civile), nel secondo degli eventi da noi organizzati per l’intero semestre, quando Enrico Giovannini intervenne nell'iniziativa coordinata con AIQUAV sul tema della qualità della vita, non solo annunciò l’intenzione di costituire l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS, poi costituita l'anno successivo), ma anticipò l’obiettivo di promuovere il recepimento in Costituzione di un diritto dimenticato, quello INTERGENERAZIONALE.
Questo diritto concretizza l’esistenza di un bene comune di cui ogni generazione deve rendersi responsabile, così da trasferirlo alla successiva possibilmente aumentato, ma mai ridotto. E’ uno straordinario diritto che, accanto a definire il bene comune in quel patrimonio culturale, paesaggistico, storico, ambientale fatto di biodiversità ed ecosistemi, definisce i soggetti destinatari di questo diritto che sono i protagonisti del futuro.
Bene Comune e Futuro, questo è ciò che entra nella Costituzione italiana, concetti che contraddistinguono la volontà della nazione di essere durevole e sostenibile nel tempo. Un fatto straordinario perché essere oggetto di diritti costituzionali vuol dire che qualsiasi atto contrario è appellabile, censurabile, condannabile e annullabile!
Da questo articolo prende sostanza la valorizzazione dei capitali afferenti il bene comune, Capitale Naturale, Capitale Umano, Capitale Relazionale, Capitale Organizzativo che, accanto a quello Finanziario e Materiale del Paese, non possono essere compromessi e persi senza che chi ne è responsabile non ne risponda.
Da questo articolo prende sostanza il rispetto verso le future generazioni del nostro paese, a prescindere da quale territorio, famiglia e censo provengano, rendendo attaccabile ogni provvedimento che per ragioni di contingenza privilegia il presente senza valutare il trade-off negativo sulle future generazioni.
Argomenti che PLEF ha trattato anche durante il Green Retail Forum 2021, quando proprio con il Prof. Roberto Bin, costituzionalista ospite del panel di discussione sulla transizione ecologica, si diceva che finché le decisioni pubbliche e private nazionali o locali sono prese nell’indifferenza di azioni legali di incostituzionalità della norma o dell’azione, la garanzia sulla transizione non ci poteva essere.
Ora c’è e vedremo questa transizione come avverrà! Lo vedremo presto, ad esempio, per la decisione sulla riallocazione dei Sussidi Dannosi all’ambiente, oggi pari a oltre 20 miliardi di euro all’anno, per i quali la stessa PLEF potrebbe promuoverne la incostituzionalità!
Coraggio!
Emanuele Plata
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