Venerdì 11 marzo 2016, presso la Camera dei Deputati, abbiamo aderito e sostenuto un importante evento per la causa della sostenibilità: la presentazione ufficiale dell’ “Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile” (ASviS).
L’obiettivo che ci poniamo come membri dell’Alleanza è quello di cambiare rotta ai modelli di sviluppo economico attuali e consolidare la sostenibilità come valore fondante a livello globale. L’ambizione dell’Alleanza, raggiungendo i target di sviluppo sostenibile dell’Agenda Globale 2030, è quella di orientare le persone verso un percorso condiviso e ritenuto necessario basato su forme di uguaglianza e egualitarismo nei confronti delle strutture economiche, naturali, umane, sociali del capitale. Come ricordava Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza, si tratta di un cambiamento di paradigma: «L’economia, la società, le istituzioni non sono sperate ma sono come sono sempre state, ovvero unite e lo abbiamo visto quando la crisi economica è diventata sociale e poi istituzionale». La sostenibilità perciò è una sorta di etica secolare, ovvero si dimensiona nella società coinvolgendola integralmente. L’Italia ha molto lavoro da fare per rispettare l’impegno preso nei confronti dell’agenda sullo sviluppo sostenibile stilata dall’ONU. Questo non è un compito con degli obblighi legali, ma con un obbligo morale: la sostenibilità è conditio antropologica raggiungibile solamente attraverso la rimozione delle discriminazioni perpetrate a livello economico, giuridico, sociale e culturale sussistenti tra generi e generazioni; a livello di universalità, richiamando il coinvolgimento di tutti i Paesi, ognuno impegnato nell’adempimento del proprio programma specifico definito in base a obiettivi e strategie; a livello di partecipazione, prevedendo un coordinamento territoriale e globale, diffuso e trasversale, a tutte le parti che compongono la società. Come ha sottolineato Giovannini: «Non ci sono più differenze tra paesi, SIAMO TUTTI PAESI IN VIA DI SVILUPPO SOSTENIBILE». Tutti i paesi, nessuno escluso, devono fare la loro parte, così anche le persone, con i loro comportamenti, questo è il cambiamento fondamentale da fare. Come metteva bene in luce il Presidente dell’ASvis Pierluigi Stefanini: «La prospettiva della sostenibilità comporta un importante lavoro prima di tutto su se stessi, peraltro avendo la consapevolezza che il valore degli altri è fondamentale».
Il cammino del pensiero sostenibile procede raccogliendo consensi unanimi da parte dei Paesi membri delle Nazioni Unite, che peraltro fin dal 1987 avevano promosso e sostenuto il Rapporto Bruntland, pietra miliare del concetto di sostenibilità. Ma il primo intervento della giornata da parte del Presidente della Camera Laura Boldrini ha evidenziato come non ci sia più il tempo per la riflessione sul tema: «Il male della nostra società è l’apatia, ovvero il considerare tutto lontano» e sottolineando di contro l’urgenza di passare all’azione: solo per citare il caso del nostro paese «dal 1980 ad oggi le disuguaglianze sono aumentate del 33% a fronte del 13% della media dei paesi dell’OCSE». Le disuguaglianze di genere – ha proseguito il Presidente Boldrini – l’accesso a fonti di energie pulite ed a basso costo, il lavoro dignitoso, la lotta alla povertà la riconversione del sistema industriale, la produzione di cibo in maniera responsabile, sono temi che possono essere affrontati e risolti solamente costituendo un’alleanza e questa alleanza dimostra maturità in questo, che vuole mettere in atto una strategia non settoriale dello sviluppo, che ha la volontà di perseguire anche un ideale di giustizia sociale che assicura un ritorno economico adeguato. Ban Ki-moon sostiene implicitamente che non abbiamo alternative nello scegliere fra usare quello che sappiamo, le nuove tecnologie, il mondo globalizzato, per portare il mondo su uno sviluppo sostenibile oppure continuare a distruggerlo. Queste constatazioni rappresentano segni ulteriori della necessità e del valore di riconoscere un ruolo programmatico alla sostenibilità nel contesto dello sviluppo globale. Declinare negli ambiti ambientale, economico e sociale questa visione significa coinvolgere in modo sostanziale la società ai molteplici livelli delle sue componenti: dal settore pubblico, alla società civile, passando dalle istituzioni filantropiche, dalle università, dai centri di ricerca, a coloro che operano nei settori dell’informazione e della cultura. Sarà perciò questo approccio sistemico a determinare e caratterizzare il futuro della sostenibilità. La sostenibilità è necessaria per garantire una potenziale longevità di una struttura di supporto per la vita umana e uno dei fattori cruciali per il destino dell’umanità è senza dubbio l’ambiente. Essere consapevoli che le nostre azioni producono inevitabilmente impatti sull’ambiente, è una nostra priorità per garantire durevolezza all’ecosistema globale, proprio perché quest’ultimo è sensibile all’attività umana che viene esercitata sul sistema stesso.
La sostenibilità ha bisogno di esprimersi attraverso parametri qualitativi che favoriscano una visione di sviluppo sensibile alle istanze ecologiche, antropologiche e territoriali. In tale prospettiva la sostenibilità è una visione che si fonda proprio a partire dal singolo gesto, dal locale e quindi da una dimensione per così dire “micro” e si espande attraverso una progettazione sinergica e negoziale in grado di coniugare le tre dimensioni fondamentali e inscindibili dello sviluppo: ambiente, economia e società.
PLEF darà il proprio contributo all’Alleanza, consapevole che l’unico percorso percorribile sarà quello che porterà l’Italia verso un reale sviluppo sostenibile, praticando una capacità collaborativa estesa e includente nei confronti della comunità e società civile, parti sociali e autorità pubbliche, a testimonianza del fatto che tutto sia inter-connesso e inter-contestualizzato.
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PLEF è presente con i propri soci in diversi gruppi di lavoro impegnati nell'elaborazione delle proposte collegate ai 17 SDGs, raccolte nel rapporto ASviS, in presentazione ogni anno alla Camera dei deputati. Le attività dell’ASviS sono realizzate grazie ai contributi finanziari, strumentali e di lavoro forniti dai suoi membri (“Aderenti”). L’Alleanza riunisce attualmente oltre 300 tra le principali organizzazioni della società civile italiana.
DOCUMENTI
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