I dati recentemente pubblicati dallagenzia europea Copernicus e dal Rapporto Unep 2018 sui gas serra sono allarmanti: se le tendenze attuali proseguiranno, la temperatura globale aumenter di tre gradi entro la fine del secolo.
Negli ultimi cinque anni la temperatura media dellaria superficiale aumentata di 1,1C rispetto allera preindustriale e nel 2018 le emissioni di anidride carbonica nellatmosfera hanno battuto tutti i record precedenti. quanto affermano i dati raccolti da Copernicus, il programma di osservazione della Terra gestito dallUnione europea tramite il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine.
Secondo lo studio, il 2018 stato il quarto anno pi caldo della storia, registrando una temperatura annua di 14,7C: soltanto 0,2C in meno rispetto al 2016, ritenuto finora lanno pi caldo. A soffrire per laumento della temperatura sono state soprattutto le aree dellArtico, le regioni a nord dello Stretto di Bering e i mari intorno allarcipelago delle Svalbard, nel Mar Glaciale Artico. Ma anche Stati Uniti, Medio Oriente ed Europa hanno patito condizioni atmosferiche svantaggiose, registrando estati torride e secche, con precipitazioni particolarmente scarse, come per il nostro paese, che ha registrato lanno pi caldo dal 1800, con temperature ben al di sopra del record precedente del 2015.
Per quanto riguarda la concentrazione di anidride carbonica, le analisi satellitari di Copernicus sono confermate dallEmissions Gap Report 2018 elaborato dal Programma delle Nazioni Unite per lambiente (Unep): la CO2 presente nellaria aumentata di 2,5 parti per milione allanno, registrando, dopo tre anni di stagnazione, il nuovo record negativo di 53,5 Giga-tonnellate equivalenti di anidride carbonica. Per tenere laumento della temperatura globale al di sotto di 2C - si legge - bisognerebbe ridurre le emissioni di un ulteriore 25% rispetto a quanto gi previsto dai Nationally Determined Contributions (NDCs) degli Accordi di Parigi e del 55% per stare al di sotto di 1,5C.
Emerge pertanto linadeguatezza delle misure nazionali messe in campo fino ad oggi. Secondo gli autori del Rapporto, tuttavia, ancora possibile limitare i danni, ma solamente triplicando lintervento dei Paesi e mettendo in campo unadeguata politica fiscale che scoraggi luso dei combustibili fossili, tramite leliminazione dei sussidi e limplementazione della carbon tax, con buone probabilit di ridurre le emissioni tra il 10% e il 40% entro il 2030 (la nostra Fondazione in questi anni sta insistendo molto sulla centralit dell'aspetto fiscale sensibilizzando gli Amministratori attraverso lo studio sulla "riallocazione delle risorse" per una conversione dalla brown alla green economy, in grado anche di creare nuova occupazione).
Per gli autori del Rapporto, infine, la transizione alla low carbon economy sar agevolata se cinque condizioni saranno rispettate: le aziende private dovranno assumersi il rischio iniziale di investimento; il settore pubblico dovr sostenere il settore privato; le politiche green dovranno essere adottate in ogni settore delleconomia; linnovazione dovr essere lo stimolo per nuovi investimenti e la partecipazione alla transizione dovr avvenire dal basso verso lalto, tramite il coinvolgimento dei privati e dei cittadini.
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