La Conferenza "Per un'Italia sostenibile: leadership locale come motore dello sviluppo" (28 novembre 2018) organizzata dalla Fondazione ENI Enrico Mattei, stata dedicata allanalisi delle sfide e degli obiettivi di sviluppo sostenibile con particolare attenzione all'aspetto della leadership locale, rappresentata da diversi politici, e alla presentazione dellSDSN Italia SDGs City Index quale strumento di monitoraggio per i capoluoghi italiani rispetto al raggiungimento degli obiettivi dellAgenda ONU al 2030.
Tale accostamento risultato particolarmente vincente in quanto ha messo a confronto le esigenze e problematiche dei governi locali (ma non solo) con il lavoro dei ricercatori, che mettono a disposizione strumenti di monitoraggio per la valutazione e la programmazione. Schimdt-Traub, executive director di SDSN, insieme ad una panoramica dei risultati italiani, ha ricordato che gli SDGS sono 1) una report card che ricorda il cosa e il come farlo 2) uno strumento di mobilitazione degli attori a diversi livelli e 3) un memo per ricordarsi i motivi per cui bisogna cambiare. Ha sottolineato come negli Stati Uniti diverse citt, fra cui New York, hanno cominciato a utilizzare gli SDSN producendo report annuali in grado di generare forza e comunit attorno agli SDGS.
Carnaccini, della Commissione europea (DG budget), ha dichiarato non solo limpegno forte dellEuropa in questa direzione (sempre pi punto di riferimento a livello mondiale), ma anche lenorme supporto che fornisce con finanziamenti di diverso tipo, ed in crescita, per i progetti locali e decentrati. Inoltre ha ricordato come la stessa Unione europea continui a sforzarsi per integrare gli SDGs nelle aree di spesa, richiamando lattenzione sullapproccio per lo sviluppo delle cinque P (persone, pianeta, prosperit, partnership, pace) per uno sviluppo inclusivo e sostenibile e sottolineando come gli SDGs siano universali e integrati (possono essere raggiunti solo insieme). In questo senso lintroduzione nelle voci di spesa europee necessario quale leva e strumento per raggiungerli cos come laumento e la differenziazione dei fondi per progetti europei.
Zappalorto, CEO Nesta Italia, ha evidenziato l'importanza dellinnovazione sociale e citando la promozione di fondi per prestiti medi per linnovazione culturale (in particolare scuole e competenze digitali) e salute collaborativa (quale supporto alla sanit pubblica) a livello locale. Ha spiegato che bisogna lavorare per costruire le comunit del futuro e per far s che siano integrate, inclusive e locali. Lopportunit quella del laboratorio diffuso e cio prelevare e ampliare le buone pratiche nel territorio prima ancora di stimolarle.
E' intervenuta Laura Cavalli, ricercatrice per la fondazione ENI, illustrando lapproccio utilizzato per il prossimo rapporto SNDS Italia SDGs Index. Ha spiegato come avere un indice urbano per gli SDGs sia importante per creare consapevolezza, per eliminare i pregiudizi locali (poche citt hanno una valutazione simile a quella che ci aspetteremmo) e per aiutare i governi locali a chiarire la situazione in cui vessano e quale strategia perseguire, oltre che monitorarla nel tempo: questo significa identificare le priorit e stimolare la discussione. Il rapporto 2018 riguarda 101 capoluoghi di provincia e utilizza 39 indicatori elementari che diventano poi 16 compositi specifici per 16 dei 17 goals (il mare non trova accoglimento per motivi intuibili). La formazione e scelta delle misure si basa sullesperienza internazionale e nazionale (in particolare EUROSTAT, OCSE, ISTAT e ASviS) e la disponibilit dei dati a livello locale e nel tempo. Le misure mostrano come di media tali comuni abbiano un grado di raggiungimento del 52,7% degli SDGs, media che per poco significativa data lestrema variet e variabilit dei risultati raggiunti singolarmente dai diversi comuni. Gli indici rispondono allesigenza di avere un punto di partenza e di orientamento per lanalisi e la programmazione e, cos come si ritrova nel rapporto ASVIS sulle citt, il numero di misure deve aumentare (39 indicatori per sedici goal misurati vuol dire circa 2,4 indicatori per obiettivo).
La seconda parte della mattina si sviluppata con una tavola rotonda. Arianna Censi, Vicesindaca della citt metropolitana di Milano, ha aperto la strada ad una discussione pragmatica sulle responsabilit di chi dovrebbe realizzare gli obiettivi in prima linea, la politica e, in particolare, la politica locale: 1) senza valutazione (accountability) tutto vale tutto, e niente vale niente, quindi bene per le misurazioni, 2) i governi locali sono strumenti importanti di allocazione delle risorse, in particolare le citt metropolitane, che ora contano il 57% della popolazione, 3) poche realt piccole possono avere le forze e le competenze adeguate per perseguire gli SDGs, ma emerge il problema dei confini amministrativi mal disegnati (sovrastrutture o strutture non coordinate) che pone forti limiti allazione, 4) serve riorganizzare o costruire istituzioni in grado di farlo, 5) servono la politica e la finanza, che per oggi sono lontane dalla gente, 6) bisogna trovare risposte per ridare il tempo alle persone.
Lo stesso sindaco di Treviso, Conte, e Marocco, vicesindaco di Torino, hanno sottolineato la necessit di pi coordinazione e di pi competenze. Lultimo intervento da segnalare stato quello di Bottalico, ASviS, che ha tirato le fila dei vari ragionamenti: vero che la leadership locale necessaria, vero che lAgenda 2030 non si pu fermare ed anzi diviene sempre pi urgente, vero che la sfida sar gestire la dialettica continua che tali obiettivi pongono, consumo o risparmio, cooperazione o competizione e via dicendo, vero che la presenza di buone pratiche sul territorio c ed un bene prezioso... eppure, senza una strategia condivisa, le buone pratiche rischiano di non essere efficaci e la dialettica impazzisce soccombendo allurgenza. La strategia nazionale, bench getti le linee guida, non stata ancora dotata di target precisi e di altri strumenti che possano davvero renderla implementabile e perno di coordinamento. Ha inoltre ricordato che entro i primi mesi del 2019 le Regioni dovranno fornire il loro piano sulla base della strategia nazionale, riconoscendo tuttavia che molte Regioni non sono pronte o addirittura non ne erano neanche a conoscenza. Ha concluso sottolineando come lItalia abbia le competenze e conoscenze ma che sar possibile progredire solo quando questi temi saranno popolari, dunque bene sostenere linformazione e farlo in modo utile.
In conclusione il dibattito finale ha evidenziato che da una parte gli obiettivi sono di lungo termine e necessitano di un approccio olistico, che non trascuri nessun aspetto, dallaltra ci sono mandati di breve periodo, c ancora poca sensibilit dell'opinione pubblica rispetto agli SDGs e sono poco diffuse le competenze necessarie. Da qui la necessit di poter programmare con linee guida e misure semplici che tengano conto dei vincoli burocratici e delle competenze disponibili. In alternativa, necessario riorganizzare le strutture di governo (coordinandole e rendendole snelle, senza troppi vincoli burocratici e dinteresse) e dotarle di competenze.
Demetrio Bova
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